Pensare il Mediterraneo è sin da subito un esercizio di immaginazione politica: non è mai esistita una cultura né una tradizione, una religione né una civiltà. Da sempre decostruttore di ogni confine definito, il Mare nostrum richiede dunque uno sforzo ermeneutico in grado di immaginare un’unità da sempre assente, una nuova identità che gli permetta di aprirsi agli scenari cosmopolitici attuali. A partire da questa esigenza, l’intervento intende proporre il «paradigma della traduzione» di P. Ricoeur come metodo per riscoprire, contro ogni struttura mono-logica, una poli-logica del Mediterraneo e trarne un nuovo ethos simbolico-politico di co-abitazione tra le differenze.
Inventare una nuova immagine per il Mediterraneo. La sfida etico-politica della traduzione
PACILE', Maria Teresa
2023-01-01
Abstract
Pensare il Mediterraneo è sin da subito un esercizio di immaginazione politica: non è mai esistita una cultura né una tradizione, una religione né una civiltà. Da sempre decostruttore di ogni confine definito, il Mare nostrum richiede dunque uno sforzo ermeneutico in grado di immaginare un’unità da sempre assente, una nuova identità che gli permetta di aprirsi agli scenari cosmopolitici attuali. A partire da questa esigenza, l’intervento intende proporre il «paradigma della traduzione» di P. Ricoeur come metodo per riscoprire, contro ogni struttura mono-logica, una poli-logica del Mediterraneo e trarne un nuovo ethos simbolico-politico di co-abitazione tra le differenze.Pubblicazioni consigliate
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