Il presente contributo si propone di affrontare il problema della libertà di circolazione e delle limitazioni che essa sta subendo per via delle misure restrittive volte a fronteggiare la pandemia da Covid -19. In particolare, ci si soffermerà sulle misure adottate dai Paesi dell’area del Mediterraneo, nei quali spesso il turismo è un comparto molto rilevante per le economie nazionali e devono essere gestiti notevoli afflussi di persone provenienti da tutto il mondo, con i rischi che ne conseguono. L’esperienza dell’estate 2020, in cui, forse a causa di un rilassamento generale dovuto all’illusione che il peggio fosse alle spalle, misure non sufficientemente rigide e adeguate hanno favorito il contagio di ritorno e l’avvento di una seconda ondata pandemica, ha spinto tutti i Paesi a studiare valide soluzioni. Verranno, così, analizzate le discipline dei singoli Stati e come esse si integrino, nel caso di Paesi dell’UE, con la normativa europea. In primo luogo, si discuterà della mobilità interna, con un raffronto tra i sistemi dei Paesi dell’area d’interesse e quello italiano, che prevede la diversificazione delle varie zone in base agli indici di contagio, con conseguenze sulla possibilità di circolare liberamente a livello comunale, regionale o infraregionale. Inoltre, a livello di mobilità esterna si valuteranno i divieti di ingresso di cittadini provenienti da aree considerate pericolose anche per l’insorgenza di nuove varianti del virus e le connesse ipotesi di quarantene fiduciarie e/o obbligatorie. Nei Paesi con un decentramento tale da garantire maggiori poteri alle autonomie locali, si analizzerà come queste possano stabilire ulteriori limitazioni o comunque richiedere adempimenti aggiuntivi per il transito nel loro territorio. Di particolare interesse risulta, poi, la predisposizione di un green pass a livello europeo, preceduto in singoli Stati, tra cui l’Italia, da certificazioni di avvenuta vaccinazione, guarigione o tampone negativo. Il tutto, ovviamente, accompagnato dall’accelerazione della campagna vaccinale, in alcuni casi mirata a una ripresa del comparto turistico, con l’esperimento delle cosiddette isole Covid-free. L’estate 2021 rappresenta un banco di prova fondamentale per valutare la messa a regime e la validità di questi strumenti e per capire se essi consentiranno di tornare gradualmente alla normalità ancor prima che venga debellato totalmente il virus. Oltre ai dubbi sollevati sul rispetto del diritto alla privacy nel caso di certificati che riportino informazioni sanitarie sensibili dei soggetti, bisogna chiedersi fino a che punto e per quale durata il principio di precauzione e la tutela della salute possano andare ad incidere in maniera così determinante sulla libertà di circolazione, che non soltanto trova fondamento nelle Costituzioni dei vari Paesi, tra cui quella italiana all’art. 16, ma è uno dei presupposti su cui si sono costruite le comunità europee, antesignane dell’UE, fino a trovare un definitivo consolidamento nei trattati istitutivi e nello spazio Schengen.
Libertà di circolazione tra i Paesi dell’area del Mediterraneo, tra normative nazionali ed europea
Scicchitano, Rocco
2023-01-01
Abstract
Il presente contributo si propone di affrontare il problema della libertà di circolazione e delle limitazioni che essa sta subendo per via delle misure restrittive volte a fronteggiare la pandemia da Covid -19. In particolare, ci si soffermerà sulle misure adottate dai Paesi dell’area del Mediterraneo, nei quali spesso il turismo è un comparto molto rilevante per le economie nazionali e devono essere gestiti notevoli afflussi di persone provenienti da tutto il mondo, con i rischi che ne conseguono. L’esperienza dell’estate 2020, in cui, forse a causa di un rilassamento generale dovuto all’illusione che il peggio fosse alle spalle, misure non sufficientemente rigide e adeguate hanno favorito il contagio di ritorno e l’avvento di una seconda ondata pandemica, ha spinto tutti i Paesi a studiare valide soluzioni. Verranno, così, analizzate le discipline dei singoli Stati e come esse si integrino, nel caso di Paesi dell’UE, con la normativa europea. In primo luogo, si discuterà della mobilità interna, con un raffronto tra i sistemi dei Paesi dell’area d’interesse e quello italiano, che prevede la diversificazione delle varie zone in base agli indici di contagio, con conseguenze sulla possibilità di circolare liberamente a livello comunale, regionale o infraregionale. Inoltre, a livello di mobilità esterna si valuteranno i divieti di ingresso di cittadini provenienti da aree considerate pericolose anche per l’insorgenza di nuove varianti del virus e le connesse ipotesi di quarantene fiduciarie e/o obbligatorie. Nei Paesi con un decentramento tale da garantire maggiori poteri alle autonomie locali, si analizzerà come queste possano stabilire ulteriori limitazioni o comunque richiedere adempimenti aggiuntivi per il transito nel loro territorio. Di particolare interesse risulta, poi, la predisposizione di un green pass a livello europeo, preceduto in singoli Stati, tra cui l’Italia, da certificazioni di avvenuta vaccinazione, guarigione o tampone negativo. Il tutto, ovviamente, accompagnato dall’accelerazione della campagna vaccinale, in alcuni casi mirata a una ripresa del comparto turistico, con l’esperimento delle cosiddette isole Covid-free. L’estate 2021 rappresenta un banco di prova fondamentale per valutare la messa a regime e la validità di questi strumenti e per capire se essi consentiranno di tornare gradualmente alla normalità ancor prima che venga debellato totalmente il virus. Oltre ai dubbi sollevati sul rispetto del diritto alla privacy nel caso di certificati che riportino informazioni sanitarie sensibili dei soggetti, bisogna chiedersi fino a che punto e per quale durata il principio di precauzione e la tutela della salute possano andare ad incidere in maniera così determinante sulla libertà di circolazione, che non soltanto trova fondamento nelle Costituzioni dei vari Paesi, tra cui quella italiana all’art. 16, ma è uno dei presupposti su cui si sono costruite le comunità europee, antesignane dell’UE, fino a trovare un definitivo consolidamento nei trattati istitutivi e nello spazio Schengen.File | Dimensione | Formato | |
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