L’emergenza più preoccupante per le nostre società contemporanee è probabilmente quella ambientale, che assume proporzioni ancora più drammatiche nell’area mediterranea, le cui acque si riscaldano del 20% più velocemente rispetto alle altre aree del pianeta, innescando una serie di conseguenze negative per l’intero ecosistema. Le politiche dei singoli governi sono ritenute inefficaci per contrastare tale fenomeno, rientrante nell’ambito della fortunata espressione di “società del rischio”, proposta da Ulrich Beck, sia per la poca lungimiranza del loro orizzonte temporale, sia (e soprattutto) per il carattere globale della crisi ecologica. Per queste ragioni, la mia proposta di contributo è focalizzata in particolare sulla strategia ambientale mediterranea proposta dall’Unione europea nell’ambito della Politica Europea di vicinato (Pev), mediante la nuova Agenda per il Mediterraneo, annunciata lo scorso febbraio e caratterizzata diversi obiettivi programmatici, tra cui quello della “Transizione verde: resilienza climatica, energia ed ambiente”, con l’obiettivo di proteggere le risorse naturali regionali e favorire una crescita verde con basse emissioni di carbonio. Come evidenziato dalla Commissione europea, la nuova Agenda contiene l’obiettivo di raggiungere una ripresa verde, digitale, resiliente e giusta, ispirandosi all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, all'accordo di Parigi e al Green Deal europeo. Il suo finanziamento è previsto attraverso lo “Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale” (NDICI), caratterizzato da una dotazione di 7 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, destinati secondo la Commissione ad aumentare fino a 30 miliardi mediante il coinvolgimento di ulteriori investimenti privati e pubblici nell’area. L’analisi proposta sull’Agenda è un modo euristicamente promettente per mettere alla prova l’efficacia dell’approccio intergovernativo, proposto dall’Unione europea, per il contrasto all’emergenza ambientale nella regione mediterranea.

La cooperazione euromediterranea in tema di emergenza ambientale. Dal Processo di Barcellona alla nuova Agenda per il Mediterraneo

Raffaele Albanese
2022-01-01

Abstract

L’emergenza più preoccupante per le nostre società contemporanee è probabilmente quella ambientale, che assume proporzioni ancora più drammatiche nell’area mediterranea, le cui acque si riscaldano del 20% più velocemente rispetto alle altre aree del pianeta, innescando una serie di conseguenze negative per l’intero ecosistema. Le politiche dei singoli governi sono ritenute inefficaci per contrastare tale fenomeno, rientrante nell’ambito della fortunata espressione di “società del rischio”, proposta da Ulrich Beck, sia per la poca lungimiranza del loro orizzonte temporale, sia (e soprattutto) per il carattere globale della crisi ecologica. Per queste ragioni, la mia proposta di contributo è focalizzata in particolare sulla strategia ambientale mediterranea proposta dall’Unione europea nell’ambito della Politica Europea di vicinato (Pev), mediante la nuova Agenda per il Mediterraneo, annunciata lo scorso febbraio e caratterizzata diversi obiettivi programmatici, tra cui quello della “Transizione verde: resilienza climatica, energia ed ambiente”, con l’obiettivo di proteggere le risorse naturali regionali e favorire una crescita verde con basse emissioni di carbonio. Come evidenziato dalla Commissione europea, la nuova Agenda contiene l’obiettivo di raggiungere una ripresa verde, digitale, resiliente e giusta, ispirandosi all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, all'accordo di Parigi e al Green Deal europeo. Il suo finanziamento è previsto attraverso lo “Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale” (NDICI), caratterizzato da una dotazione di 7 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, destinati secondo la Commissione ad aumentare fino a 30 miliardi mediante il coinvolgimento di ulteriori investimenti privati e pubblici nell’area. L’analisi proposta sull’Agenda è un modo euristicamente promettente per mettere alla prova l’efficacia dell’approccio intergovernativo, proposto dall’Unione europea, per il contrasto all’emergenza ambientale nella regione mediterranea.
2022
978-88-498-7370-2
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3256319
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact