La follia da secoli attrae e spaventa, e parlare di ciò significa discutere su come questa diversità è stata costruita e gestita nei diversi contesti sociali e periodi storici, Non tutte le società hanno avuto, ed hanno, lo stesso rapporto con la follia, ed è solo con l’affermarsi dello Stato Moderno prima, e del Capitalismo dopo, che prende il sopravvento quell’idea di “normalità” indispensabile per poter concepire la diversità come qualcosa di pericolosamente lontano e di diverso dalla norma. Nella nostra società post -moderna, le persone con disagio pisico in Italia, possono ricorrere agli specialisti e ai servizi socio-sanitari, ma sempre più diversificate appaiono le risposte, eterogenee, date dopo l’approvazione della legge 180. In questa ricerca si presterà molta attenzione a come i servizi socio-sanitari, collocati in aree differenti di Italia (Messina, Roma, Trento) fronteggiano il crescere attuale del rischio di isolamento sociale, abitativo ed economico di questi soggetti fragili. Il fine della ricerca è di esplorare la possibilità di un nuovo rapporto tra servizio socio-sanitario e comunità territoriale indagando, da un lato quale possa essere il contributo dei servizi, e dall’altra quali possano essere gli spazi di protagonismo e partecipazione della comunità a tale processo di inclusione. Per cercare di meglio cogliere le differenze tra queste due dimensioni, si è scelto un approccio di ricerca di tipo qualitativo attarverso la conduzione di interviste semi strutturate, in accordo con i principi della Grounded Theory (Glaser, Strauss 1967). In questo modo è stato possibile indagare non solo le rappresentazioni parziali caratteristiche del singolo individuo, dei familiari, degli operatori e degli stackholders in generale, ma anche come viene articolato il discorso intorno al tema trattato. Dai primi risultati della ricerca emerge che il territorio non può più essere considerato come un’entità astratta, ma diviene lo spazio sociale entro cui può e deve avvenire la costruzione di un nuovo community welfare.
La gestione del disagio psichico nel tempo/spazio e la rete di servizi
Silvia Carbone
2023-01-01
Abstract
La follia da secoli attrae e spaventa, e parlare di ciò significa discutere su come questa diversità è stata costruita e gestita nei diversi contesti sociali e periodi storici, Non tutte le società hanno avuto, ed hanno, lo stesso rapporto con la follia, ed è solo con l’affermarsi dello Stato Moderno prima, e del Capitalismo dopo, che prende il sopravvento quell’idea di “normalità” indispensabile per poter concepire la diversità come qualcosa di pericolosamente lontano e di diverso dalla norma. Nella nostra società post -moderna, le persone con disagio pisico in Italia, possono ricorrere agli specialisti e ai servizi socio-sanitari, ma sempre più diversificate appaiono le risposte, eterogenee, date dopo l’approvazione della legge 180. In questa ricerca si presterà molta attenzione a come i servizi socio-sanitari, collocati in aree differenti di Italia (Messina, Roma, Trento) fronteggiano il crescere attuale del rischio di isolamento sociale, abitativo ed economico di questi soggetti fragili. Il fine della ricerca è di esplorare la possibilità di un nuovo rapporto tra servizio socio-sanitario e comunità territoriale indagando, da un lato quale possa essere il contributo dei servizi, e dall’altra quali possano essere gli spazi di protagonismo e partecipazione della comunità a tale processo di inclusione. Per cercare di meglio cogliere le differenze tra queste due dimensioni, si è scelto un approccio di ricerca di tipo qualitativo attarverso la conduzione di interviste semi strutturate, in accordo con i principi della Grounded Theory (Glaser, Strauss 1967). In questo modo è stato possibile indagare non solo le rappresentazioni parziali caratteristiche del singolo individuo, dei familiari, degli operatori e degli stackholders in generale, ma anche come viene articolato il discorso intorno al tema trattato. Dai primi risultati della ricerca emerge che il territorio non può più essere considerato come un’entità astratta, ma diviene lo spazio sociale entro cui può e deve avvenire la costruzione di un nuovo community welfare.File | Dimensione | Formato | |
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