Isola, regno, frontiera: la Sicilia nel Mediterraneo medievale (secc. XI-XV)

La Sicilia, l’isola più grande del Mediterraneo, si caratterizza per la sua estrema vicinanza alla terraferma italiana, e per la sua posizione di centralità nel Mediterraneo, che divide in due parti chiaramente distinguibili. Queste peculiarità sono alla base delle sue vicissitudini storiche. La sua centralità spaziale, infatti l’ha costantemente messa al centro delle dinamiche politiche, economiche e culturali mediterranee, con modalità diverse a seconda dei diversi periodi storici. Isola di confine tra Islam e Cristianità per buona parte dell’Alto Medioevo, diventa la culla di una monarchia originale, dotata di raffinate istituzioni, grazie a Ruggero II, costituendo sotto la dominazione normanna il centro politico del Mediterraneo. Con l’avvento della dinastia sveva la Sicilia si inserirà sempre più nel mondo occidentale, ma andrà perdendo la sua centralità politica, pur mantenendo il ruolo di snodo cruciale dei traffici marittimi. Dal Vespro in poi, venuta meno definitivamente la centralità politica, l’isola manterrà la sua grande funzione economica e sotto Alfonso V costituirà la base per la conquista di Napoli, enfatizzando nel contempo la sua funzione di frontiera nel contesto dei domini della Corona d’Aragona.