Cruciale è il contributo fornito dalle donne al comparto agroalimentare anche se evidenti sono -ancora oggi- le disparità in termini di accesso alle risorse e ai servizi da parte delle stesse, con conseguenti limitazioni per il potenziale economico dell’intero settore. Diversamente, la parità di genere contribuirebbe -senz’altro- a realizzare ulteriori e più diffusi benefici, quali -tra i tanti- l’eradicazione della fame, la conservazione della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici. Per quanto siano ormai abbastanza risalenti nel tempo gli interventi adottati a livello globale per tutelare i diritti delle donne, di fatto -poi- esistono situazioni nettamente sperequate ai loro danni, una scarsa visibilità del contributo femminile in termini occupazionali oltre che ingiuste condizioni di lavoro, soprattutto in agricoltura. Sul tema, di recente, è intervenuta anche l’Unione Europea che, per la prima volta, nella PAC 2023-2027, ha previsto la clausola della c.d. condizionalità sociale che subordina l’erogazione di aiuti e misure di sostegno al rispetto dei diritti fondamentali del lavoro di uomini e donne occupati in agricoltura. Questione aperta è se, in fase applicativa, gli Stati membri avranno le risorse per effettuare i necessari controlli atti a verificare il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che operano nel settore primario e, soprattutto, se la previsione della condizionalità sociale rischierà di determinare una distorsione della concorrenza, in considerazione delle molteplici e diversificate situazioni sociali e lavorative esistenti nei diversi Paesi Europei.
La vera transizione ecologica in agricoltura è anche sociale: la discriminazione di genere è una sfida ancora aperta.
Alessandra Tommasini
2022-01-01
Abstract
Cruciale è il contributo fornito dalle donne al comparto agroalimentare anche se evidenti sono -ancora oggi- le disparità in termini di accesso alle risorse e ai servizi da parte delle stesse, con conseguenti limitazioni per il potenziale economico dell’intero settore. Diversamente, la parità di genere contribuirebbe -senz’altro- a realizzare ulteriori e più diffusi benefici, quali -tra i tanti- l’eradicazione della fame, la conservazione della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici. Per quanto siano ormai abbastanza risalenti nel tempo gli interventi adottati a livello globale per tutelare i diritti delle donne, di fatto -poi- esistono situazioni nettamente sperequate ai loro danni, una scarsa visibilità del contributo femminile in termini occupazionali oltre che ingiuste condizioni di lavoro, soprattutto in agricoltura. Sul tema, di recente, è intervenuta anche l’Unione Europea che, per la prima volta, nella PAC 2023-2027, ha previsto la clausola della c.d. condizionalità sociale che subordina l’erogazione di aiuti e misure di sostegno al rispetto dei diritti fondamentali del lavoro di uomini e donne occupati in agricoltura. Questione aperta è se, in fase applicativa, gli Stati membri avranno le risorse per effettuare i necessari controlli atti a verificare il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che operano nel settore primario e, soprattutto, se la previsione della condizionalità sociale rischierà di determinare una distorsione della concorrenza, in considerazione delle molteplici e diversificate situazioni sociali e lavorative esistenti nei diversi Paesi Europei.Pubblicazioni consigliate
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