Nel novembre 1973, il governo presieduto da Mariano Rumor emanava alcune misure atte a contrastare lo shock petrolifero derivante dalla guerra del Kippur. Si trattava di provvedimenti che andavano a complicare ancora di più il quadro politico del paese caratterizzato, in quegli anni, da forti tensioni sociali, attentati sanguinosi ed eventi drammatici. A distanza di quasi mezzo secolo e con contesti geopolitici ed economici del tutto diversi, la guerra russo-ucraina ha riportato d’attualità la questione dell’approvvigionamento energetico e la situazione italiana è ancora una volta una delle più delicate. Quasi cinquant’anni dopo la cosiddetta “austerity” e la successiva crisi economica, l’Italia è ancora in ritardo sul versante energetico, appiattita su una scarsa capacità di differenziare le proprie fonti energetiche e le forniture. La ricerca intende indagare, attraverso lo studio della stampa e degli atti parlamentari, la reazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni rappresentative alla crisi energetica per verificare se vi fu un dibattito volto ad individuare altre fonti sostenibili e green, rispetto al presente che sembra caratterizzato da una quasi ineludibile incapacità di trovare soluzioni idonee sia rispetto alla fine della guerra in corso, sia con riferimento alle conseguenze dal punto di vista dell’approvvigionamento di materie prime sostenibili.
Le “domeniche a piedi”. La crisi energetica e il dibattito politico-istituzionale negli anni Settanta del XX secolo
Patrizia De Salvo
2023-01-01
Abstract
Nel novembre 1973, il governo presieduto da Mariano Rumor emanava alcune misure atte a contrastare lo shock petrolifero derivante dalla guerra del Kippur. Si trattava di provvedimenti che andavano a complicare ancora di più il quadro politico del paese caratterizzato, in quegli anni, da forti tensioni sociali, attentati sanguinosi ed eventi drammatici. A distanza di quasi mezzo secolo e con contesti geopolitici ed economici del tutto diversi, la guerra russo-ucraina ha riportato d’attualità la questione dell’approvvigionamento energetico e la situazione italiana è ancora una volta una delle più delicate. Quasi cinquant’anni dopo la cosiddetta “austerity” e la successiva crisi economica, l’Italia è ancora in ritardo sul versante energetico, appiattita su una scarsa capacità di differenziare le proprie fonti energetiche e le forniture. La ricerca intende indagare, attraverso lo studio della stampa e degli atti parlamentari, la reazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni rappresentative alla crisi energetica per verificare se vi fu un dibattito volto ad individuare altre fonti sostenibili e green, rispetto al presente che sembra caratterizzato da una quasi ineludibile incapacità di trovare soluzioni idonee sia rispetto alla fine della guerra in corso, sia con riferimento alle conseguenze dal punto di vista dell’approvvigionamento di materie prime sostenibili.File | Dimensione | Formato | |
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