La salvaguardia dell’integrità dell’habitat naturale, lungi dal costituire un autonomo settore di intervento dei pubblici poteri, assume il ruolo unificante e finalizzante di distinte tutele giuridiche predisposte a favore di diversi beni della vita che in esso si collocano, atteso che l'ambiente rileva alla stregua di “bene pubblico, non suscettibile di appropriazione individuale, indivisibile, non attribuibile, unitario e multiforme” (Consiglio di Stato, sez. V, 30 giugno 2011, n. 3921). La varietà e l’estensione dei sistemi naturali che compongono l’ecosistema, in uno con la pluralità e complessità dei legami funzionali tra essi intercorrenti, implica la necessità di soffermare l’attenzione sulla pianificazione e predisposizione di politiche ambientali capaci di agevolare il mantenimento degli equilibri naturali, in specie a fronte di molteplici fattori di aggressione dovuti alla sempre più massiccia antropizzazione del territorio. La variabilità degli organismi viventi di ogni origine, inclusi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici di cui sono parte, impone, in quest’ottica, un approccio innanzitutto globale alle questioni ambientali, espressione di interessi riconducibili all’intera umanità e non esclusivamente rimessi alla sovranità territoriale dei singoli Stati. Ben vengano, però, ovviamente, iniziative promosse a livello statale volte ad affermare, anche sotto il profilo assiologico, la rilevanza dei valori correlati alla tutela dell’ecosistema e dell’ambiente. In questa direzione, di recente, spicca il riconoscimento, nell'ambito dei principi fondamentali enunciati nella Costituzione, della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Ciò, peraltro, pure nella prospettiva di indirizzare e coordinare l'attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali. A ben vedere, però, la ricerca di un contemperamento tra le (irrinunciabili) esigenze di sviluppo (si auspica, sostenibile) tecnologico ed economico (oltre che sociale e culturale) delle diverse comunità nazionali, intese pure in chiave regionale e/o internazionale, e gli (altrettanto vitali, pressanti e non più differibili) appelli alla programmazione di efficaci iniziative di protezione del biosistema, passa attraverso il costruttivo apporto non solo dei singoli Stati sovrani, ma anche, in realtà, in misura particolarmente significativa, degli enti pubblici territoriali (anche) minori. Ciò, perché le amministrazioni locali «quale livello di governo più vicino alla popolazione, giocano un ruolo vitale nel sensibilizzare e educare la propria comunità e nel rispondere ad essa in materia di sviluppo sostenibile» (Agenda 21, capitolo 28). Così, le complesse questioni riguardanti la qualità della vita, sia nei centri urbani che all’interno dei sobborghi ad essi limitrofi, postulano strategie condivise ed una visione d’insieme finalizzata ad una lungimirante pianificazione, inerente, in via puramente esemplificativa, il consumo del territorio, la mobilità, la sostenibilità, la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale. Si innestano, in quest'ottica, le politiche di “rigenerazione urbana”, comprensive di proposte capaci di incidere non solamente in riferimento al tessuto urbanistico, ma perfino sul contesto socio- ambientale del territorio interessato, non limitandosi, quindi, ad una mera “riqualificazione” (edilizia), bensì ingenerando un processo di trasformazione che superi preesistenti condizioni di degrado e consenta la riscoperta dei valori sociali e di qualità di vita nella città. Un modello generale non circoscritto, pertanto, ad episodici, quanto frammentari, interventi, ma implicante azioni positive sorrette da finalità non solo conservative bensì protese nella direzione dell’implementazione di occasioni di sviluppo sociale, culturale ed economico per il tramite di iniziative, verosimilmente ad “impatto zero”, che rappresentino l’opportunità per rafforzare la tutela multilivello (in ossequio al principio di sussidiarietà, anche orizzontale) dell’ecosistema.

Ambiente e tutele multilivello tra sviluppo sostenibile e rigenerazione urbana

buscema
2023-01-01

Abstract

La salvaguardia dell’integrità dell’habitat naturale, lungi dal costituire un autonomo settore di intervento dei pubblici poteri, assume il ruolo unificante e finalizzante di distinte tutele giuridiche predisposte a favore di diversi beni della vita che in esso si collocano, atteso che l'ambiente rileva alla stregua di “bene pubblico, non suscettibile di appropriazione individuale, indivisibile, non attribuibile, unitario e multiforme” (Consiglio di Stato, sez. V, 30 giugno 2011, n. 3921). La varietà e l’estensione dei sistemi naturali che compongono l’ecosistema, in uno con la pluralità e complessità dei legami funzionali tra essi intercorrenti, implica la necessità di soffermare l’attenzione sulla pianificazione e predisposizione di politiche ambientali capaci di agevolare il mantenimento degli equilibri naturali, in specie a fronte di molteplici fattori di aggressione dovuti alla sempre più massiccia antropizzazione del territorio. La variabilità degli organismi viventi di ogni origine, inclusi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici di cui sono parte, impone, in quest’ottica, un approccio innanzitutto globale alle questioni ambientali, espressione di interessi riconducibili all’intera umanità e non esclusivamente rimessi alla sovranità territoriale dei singoli Stati. Ben vengano, però, ovviamente, iniziative promosse a livello statale volte ad affermare, anche sotto il profilo assiologico, la rilevanza dei valori correlati alla tutela dell’ecosistema e dell’ambiente. In questa direzione, di recente, spicca il riconoscimento, nell'ambito dei principi fondamentali enunciati nella Costituzione, della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Ciò, peraltro, pure nella prospettiva di indirizzare e coordinare l'attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali. A ben vedere, però, la ricerca di un contemperamento tra le (irrinunciabili) esigenze di sviluppo (si auspica, sostenibile) tecnologico ed economico (oltre che sociale e culturale) delle diverse comunità nazionali, intese pure in chiave regionale e/o internazionale, e gli (altrettanto vitali, pressanti e non più differibili) appelli alla programmazione di efficaci iniziative di protezione del biosistema, passa attraverso il costruttivo apporto non solo dei singoli Stati sovrani, ma anche, in realtà, in misura particolarmente significativa, degli enti pubblici territoriali (anche) minori. Ciò, perché le amministrazioni locali «quale livello di governo più vicino alla popolazione, giocano un ruolo vitale nel sensibilizzare e educare la propria comunità e nel rispondere ad essa in materia di sviluppo sostenibile» (Agenda 21, capitolo 28). Così, le complesse questioni riguardanti la qualità della vita, sia nei centri urbani che all’interno dei sobborghi ad essi limitrofi, postulano strategie condivise ed una visione d’insieme finalizzata ad una lungimirante pianificazione, inerente, in via puramente esemplificativa, il consumo del territorio, la mobilità, la sostenibilità, la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale. Si innestano, in quest'ottica, le politiche di “rigenerazione urbana”, comprensive di proposte capaci di incidere non solamente in riferimento al tessuto urbanistico, ma perfino sul contesto socio- ambientale del territorio interessato, non limitandosi, quindi, ad una mera “riqualificazione” (edilizia), bensì ingenerando un processo di trasformazione che superi preesistenti condizioni di degrado e consenta la riscoperta dei valori sociali e di qualità di vita nella città. Un modello generale non circoscritto, pertanto, ad episodici, quanto frammentari, interventi, ma implicante azioni positive sorrette da finalità non solo conservative bensì protese nella direzione dell’implementazione di occasioni di sviluppo sociale, culturale ed economico per il tramite di iniziative, verosimilmente ad “impatto zero”, che rappresentino l’opportunità per rafforzare la tutela multilivello (in ossequio al principio di sussidiarietà, anche orizzontale) dell’ecosistema.
2023
979-12-5976-752-3
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