Continuità e discontinuità nel passaggio dalla dittatura alla democrazia: la vicenda del giurista Gaspare Ambrosini

La non facile transizione dalla dittatura alla democrazia, vissuta da molti paesi europei, e non solo, negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, maturava in Italia nel periodo compreso tra il 1943 e il 1947: un arco temporale che, soprattutto negli ultimi anni, è stato oggetto di accurate indagini da parte di studiosi di diversa formazione che hanno approfondito i molteplici aspetti di quel passaggio caratterizzato da profonde cesure e altrettanto rilevanti persistenze. Continuità e discontinuità, permanenze e mutamenti che è possibile rintracciare anche nel percorso umano e professionale di quanti (giuristi, giudici, docenti, funzionari pubblici) avrebbero vissuto gli anni della dittatura e “attraversato” la delicata fase che si sarebbe conclusa con l’affermazione della democrazia, giocando un ruolo fondamentale nel delineare il nuovo assetto costituzionale della neonata Repubblica. Fra questi è possibile annoverare anche il siciliano Gaspare Ambrosini, classe 1886, magistrato e professore di diritto, uno dei protagonisti dell’Italia del XX secolo.