La Proposta della Commissione Europea del 24 settembre 2020 sulla regolamentazione del mercato delle cripto-attività delinea un sistema di protezione in favore dell’investitore, basato su un criterio proporzionale secondo il quale vengono imposti agli emittenti obblighi proporzionati al livello di rischio dei diversi cripto-assets offerti. Infatti per gli utility token è previsto un regime più leggero fondato su regole di informazione e di trasparenza mentre per gli asset referenced token e per i payments token la disciplina è più articolata e rigida e richiede, fra l’altro, un’apposita autorizzazione per procedere all’offerta al pubblico di tali assets. Al centro di questo nuovo disegno vi è il c.d. white paper che, nelle intenzioni del legislatore europeo, ha la funzione di fornire idonea garanzia e protezione all’acquirente di cripto-assets e al mercato in generale. Questo documento si propone di riequilibrare la naturale situazione di asimmetria informativa esistente tra emittenti e investitori, in modo da garantire a questi ultimi una scelta negoziale consapevole e informata. Per tali motivi, sono imposti agli emittenti obblighi sia di contenuto (le informazioni necessarie sono analiticamente elencate dalla Proposta) che di forma del white paper (le informazioni devono essere redatte in modo chiaro, completo e non fuorviante), oltre che di comportamento (gli emittenti agiscono in modo onesto, corretto e professionale), volendo raggiungere l’obiettivo di delineare un quadro giuridico di riferimento in grado di garantire trasparenza dell’operazione, correttezza dei comportamenti ed efficienza del mercato. Tuttavia, il controllo sull’adempimento di tali obblighi non è sempre demandato alle autorità di vigilanza, con la conseguenza che l’acquirente, nelle ipotesi di mancato intervento, potrebbe essere esposto a rischi maggiori, anche in dipendenza della particolare difficoltà di comprendere appieno informazioni connesse alla tecnologia utilizzata e agli assets offerti. Appare opportuno, pertanto, verificare se le scelte operate dal regolamento siano pienamente allineate ai criteri generali e agli obiettivi principali espressamente enunciati dallo stesso provvedimento o se invece, al contrario, necessitano di qualche rivisitazione la fine di migliorarne la chiarezza, la certezza applicativa e l’efficacia.
Possibili effetti del Regolamento MICA sul sistema italiano
Roberto Caratozzolo
2022-01-01
Abstract
La Proposta della Commissione Europea del 24 settembre 2020 sulla regolamentazione del mercato delle cripto-attività delinea un sistema di protezione in favore dell’investitore, basato su un criterio proporzionale secondo il quale vengono imposti agli emittenti obblighi proporzionati al livello di rischio dei diversi cripto-assets offerti. Infatti per gli utility token è previsto un regime più leggero fondato su regole di informazione e di trasparenza mentre per gli asset referenced token e per i payments token la disciplina è più articolata e rigida e richiede, fra l’altro, un’apposita autorizzazione per procedere all’offerta al pubblico di tali assets. Al centro di questo nuovo disegno vi è il c.d. white paper che, nelle intenzioni del legislatore europeo, ha la funzione di fornire idonea garanzia e protezione all’acquirente di cripto-assets e al mercato in generale. Questo documento si propone di riequilibrare la naturale situazione di asimmetria informativa esistente tra emittenti e investitori, in modo da garantire a questi ultimi una scelta negoziale consapevole e informata. Per tali motivi, sono imposti agli emittenti obblighi sia di contenuto (le informazioni necessarie sono analiticamente elencate dalla Proposta) che di forma del white paper (le informazioni devono essere redatte in modo chiaro, completo e non fuorviante), oltre che di comportamento (gli emittenti agiscono in modo onesto, corretto e professionale), volendo raggiungere l’obiettivo di delineare un quadro giuridico di riferimento in grado di garantire trasparenza dell’operazione, correttezza dei comportamenti ed efficienza del mercato. Tuttavia, il controllo sull’adempimento di tali obblighi non è sempre demandato alle autorità di vigilanza, con la conseguenza che l’acquirente, nelle ipotesi di mancato intervento, potrebbe essere esposto a rischi maggiori, anche in dipendenza della particolare difficoltà di comprendere appieno informazioni connesse alla tecnologia utilizzata e agli assets offerti. Appare opportuno, pertanto, verificare se le scelte operate dal regolamento siano pienamente allineate ai criteri generali e agli obiettivi principali espressamente enunciati dallo stesso provvedimento o se invece, al contrario, necessitano di qualche rivisitazione la fine di migliorarne la chiarezza, la certezza applicativa e l’efficacia.File | Dimensione | Formato | |
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