La ricerca intende fornire un focus sul delicato e controverso rapporto tra natura e cultura riflesso nelle fonti letterarie latine di età imperiale in relazione allo sfruttamento delle risorse idriche. Se da una parte opere di antropizzazione come acquedotti, dighe, operazioni di bonifica e reti fognarie sono magnificate da poeti e prosatori, dall’altra si registra una tendenza che guarda ad alcuni di questi interventi come a una vera e propria sovversione dell’ordine naturale che inquina le acque naturali e modifica un ordine voluto dagli dèi. Le cattive condotte che con l’inquinamento delle acque compromettono anche la ‘pulizia’ dell’aria sono denunciate dalla poesia ‘realistica’ di Giovenale e da un’intensa azione repressiva a livello legislativo, che più che alla tutela dell’ambiente era volta a quella della publica salubritas. L’immaginario legato alle acque stagnanti, avvertite come locus horridus, induce probabilmente Marziale, massimo esponente dell’epigramma latino, a fare della sua Vetustilla ( Epigr. 3.93) una palude personificata.
Cattive acque. Inquinamento idrico e (in)sostenibilità ambientale nella letteratura latina di età imperiale
Rosa Santoro
2024-01-01
Abstract
La ricerca intende fornire un focus sul delicato e controverso rapporto tra natura e cultura riflesso nelle fonti letterarie latine di età imperiale in relazione allo sfruttamento delle risorse idriche. Se da una parte opere di antropizzazione come acquedotti, dighe, operazioni di bonifica e reti fognarie sono magnificate da poeti e prosatori, dall’altra si registra una tendenza che guarda ad alcuni di questi interventi come a una vera e propria sovversione dell’ordine naturale che inquina le acque naturali e modifica un ordine voluto dagli dèi. Le cattive condotte che con l’inquinamento delle acque compromettono anche la ‘pulizia’ dell’aria sono denunciate dalla poesia ‘realistica’ di Giovenale e da un’intensa azione repressiva a livello legislativo, che più che alla tutela dell’ambiente era volta a quella della publica salubritas. L’immaginario legato alle acque stagnanti, avvertite come locus horridus, induce probabilmente Marziale, massimo esponente dell’epigramma latino, a fare della sua Vetustilla ( Epigr. 3.93) una palude personificata.File | Dimensione | Formato | |
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