L’arte da sempre è veicolo di informazione, educazione e diffusione di ideali, e sempre più necessario si rende il messaggio degli artisti di tutto il mondo, per unire e diffondere le diverse culture. Obiettivo del mio intervento dal titolo: L’arte contemporanea come veicolo di inclusività, l’esempio della 59° Biennale, è quello di analizzare l’operato dei nuovi padiglioni che presentano per la prima volta in mostra cinque paesi: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda. Ognuno di questi stati, ha portato a Venezia artiste ed artisti, che rappresentano le culture ed esperienze locali attraverso manufatti di vario genere, a cui spesso non viene data la giusta importanza, a causa di una visione eurocentrica dell’arte. Di fondamentale impatto, è stata anche la guida del padiglione USA, che ha scelto come unica artista per la prima volta una donna afroamericana, l’artista Simone Leigh, la quale è stata anche insignita del Leone d’oro, per la sua esposizione Sovereignty. Questa edizione, è stata intitolata dalla curatrice Cecilia Alemani Il latte dei sogni, titolo tratto dal libro dell’artista surrealista Leonora Carrington. Tra i 58 padiglioni e le diverse capsule del tempo, si riconoscono temi quali: i rapporti simbiotici, la solidarietà e la sorellanza, le metamorfosi dei corpi, attraverso un ripensamento dell’umano e del sé. Pertanto, saranno presi in esame la formazione e il contesto culturale degli artisti, per comprendere cosa ha portato alla realizzazione delle singole opere, e come queste possano dialogare con gli altri padiglioni.
L’arte contemporanea come veicolo di inclusività: l’esempio della 59° Biennale
Ieni, Laura
2024-01-01
Abstract
L’arte da sempre è veicolo di informazione, educazione e diffusione di ideali, e sempre più necessario si rende il messaggio degli artisti di tutto il mondo, per unire e diffondere le diverse culture. Obiettivo del mio intervento dal titolo: L’arte contemporanea come veicolo di inclusività, l’esempio della 59° Biennale, è quello di analizzare l’operato dei nuovi padiglioni che presentano per la prima volta in mostra cinque paesi: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda. Ognuno di questi stati, ha portato a Venezia artiste ed artisti, che rappresentano le culture ed esperienze locali attraverso manufatti di vario genere, a cui spesso non viene data la giusta importanza, a causa di una visione eurocentrica dell’arte. Di fondamentale impatto, è stata anche la guida del padiglione USA, che ha scelto come unica artista per la prima volta una donna afroamericana, l’artista Simone Leigh, la quale è stata anche insignita del Leone d’oro, per la sua esposizione Sovereignty. Questa edizione, è stata intitolata dalla curatrice Cecilia Alemani Il latte dei sogni, titolo tratto dal libro dell’artista surrealista Leonora Carrington. Tra i 58 padiglioni e le diverse capsule del tempo, si riconoscono temi quali: i rapporti simbiotici, la solidarietà e la sorellanza, le metamorfosi dei corpi, attraverso un ripensamento dell’umano e del sé. Pertanto, saranno presi in esame la formazione e il contesto culturale degli artisti, per comprendere cosa ha portato alla realizzazione delle singole opere, e come queste possano dialogare con gli altri padiglioni.File | Dimensione | Formato | |
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