Il 27 ottobre del 1924 Luigi Sturzo giungeva a Londra, primo fra gli esuli antifascisti italiani. Nella capitale inglese il sacerdote stringeva numerose relazioni personali col mondo politico e culturale come il sociologo Francis W. Hirst, il deputato liberale George P. Gooch, il regius Professor Gilbert Murray, e soprattutto Sidney Webb, deputato laburista e fondatore della Fabian Society. Nello stesso anno il laburista Ramsay MacDonald dava avvio al primo governo interamente laburista della storia britannica. Da tale esperienza prendeva le mosse la riflessione sturziana sul laburismo inglese, e più in generale sull’intero sistema politico britannico. Durante l’attività politica in qualità di segretario del Partito popolare, Sturzo aveva avuto modo di apprezzare l’importanza del movimento dei lavoratori. Il padre del popolarismo intuiva subito il contrasto fra le due anime del socialismo, quella possibilista e quella rivoluzionaria che era insito nella struttura di quel partito. Le sue crisi interne, a giudizio di Sturzo, erano dovute all’impossibilità di operare su un terreno possibilista e mantenere insieme la pregiudiziale antiborghese della lotta di classe e l’azione diretta, generando quella frattura interna che sarebbe sfociata nel riformismo, ramo del socialismo in cui i suoi partigiani attribuivano maggiore importanza al metodo delle riforme piuttosto che a quello della rivoluzione. Caratteristica del socialismo italiano è stata la sua azione antistatale, sia che prevalesse la corrente riformista, sia che prevalesse quella rivoluzionaria. Per Sturzo una rivoluzione che distrugge non è mai una vera rivoluzione; l’unica rivoluzione possibile è quella morale e spirituale. Tutt’altra realtà politica Sturzo scopriva durante il suo esilio; le prime “unioni”, nate come esperimento sindacalista e intrise di quella mentalità analitica e sperimentale tutta anglosassone, si limitavano ad organizzare e difendere la classe operaia, senza essere agganciate a teorie politiche o economiche che ne regolassero a priori l’azione e ne limitassero l’espansione. Su queste basi si compiva il processo evolutivo del movimento laburista, che da partito classista si trasformava in partito nazionale. L’esperienza del governo MacDonald segnava per Sturzo una vera e propria frattura nel processo evolutivo del laburismo britannico che da partito di classe diventava partito nazionale. Era questo a giudizio di Sturzo l’aspetto peculiare della vita politica anglosassone, “un vantaggio di cui godono l’Inghilterra e gli Stati Uniti, per i quali la forma di governo è un bene comune giudicato sacro tanto dalla maggioranza quanto dall’opposizione ed è il motivo per cui un partito come quello laburista, sebbene appariva come espressione di una classe, poteva considerarsi a tutti gli effetti un partito nazionale”. Ecco emergere tutte le differenze tra il socialismo italiano e continentale rispetto a quello britannico. Il laburismo inglese, col suo pragmatismo e la sua azione politica non soggettata ad alcuna ideologia vincolante, dimostrava una maturità che lo portava al governo già a metà degli anni venti, mentre il socialismo italiano diveniva “uno dei fattori determinanti della crisi della classe politica, rendendola anche più acuta.” Il laburismo inglese superava la pregiudiziale classista e antiborghese, mentre l’azione socialista continentale continuava ad osteggiare lo stato liberale, visto come mera espressione della classe borghese. Secondo Sturzo gli anglosassoni avevano raggiunto una potenza internazionale di primissimo ordine grazie al metodo pratico di risolvere i problemi nella loro realtà concreta, cercando sempre di “tenersi lontani da ideologie che danno il capogiro”. In ciò l’esule italiano vedeva quel sentimento di un compito internazionale che si andava sempre più diffondendo presso le classi politiche dei due paesi. Per questo motivo Sturzo assegnava al mondo anglosassone, il più serio compito nella vita internazionale europea, per contribuire al raggiungimento di un sistema confederale fra gli stati e determinare una nuova solidarietà pacifica, anche contro la crescente paura di una bolscevizzazione dell’Occidente.

Post. Sguardi sul cambiamento

Vincenzo Pintaudi
2023-01-01

Abstract

Il 27 ottobre del 1924 Luigi Sturzo giungeva a Londra, primo fra gli esuli antifascisti italiani. Nella capitale inglese il sacerdote stringeva numerose relazioni personali col mondo politico e culturale come il sociologo Francis W. Hirst, il deputato liberale George P. Gooch, il regius Professor Gilbert Murray, e soprattutto Sidney Webb, deputato laburista e fondatore della Fabian Society. Nello stesso anno il laburista Ramsay MacDonald dava avvio al primo governo interamente laburista della storia britannica. Da tale esperienza prendeva le mosse la riflessione sturziana sul laburismo inglese, e più in generale sull’intero sistema politico britannico. Durante l’attività politica in qualità di segretario del Partito popolare, Sturzo aveva avuto modo di apprezzare l’importanza del movimento dei lavoratori. Il padre del popolarismo intuiva subito il contrasto fra le due anime del socialismo, quella possibilista e quella rivoluzionaria che era insito nella struttura di quel partito. Le sue crisi interne, a giudizio di Sturzo, erano dovute all’impossibilità di operare su un terreno possibilista e mantenere insieme la pregiudiziale antiborghese della lotta di classe e l’azione diretta, generando quella frattura interna che sarebbe sfociata nel riformismo, ramo del socialismo in cui i suoi partigiani attribuivano maggiore importanza al metodo delle riforme piuttosto che a quello della rivoluzione. Caratteristica del socialismo italiano è stata la sua azione antistatale, sia che prevalesse la corrente riformista, sia che prevalesse quella rivoluzionaria. Per Sturzo una rivoluzione che distrugge non è mai una vera rivoluzione; l’unica rivoluzione possibile è quella morale e spirituale. Tutt’altra realtà politica Sturzo scopriva durante il suo esilio; le prime “unioni”, nate come esperimento sindacalista e intrise di quella mentalità analitica e sperimentale tutta anglosassone, si limitavano ad organizzare e difendere la classe operaia, senza essere agganciate a teorie politiche o economiche che ne regolassero a priori l’azione e ne limitassero l’espansione. Su queste basi si compiva il processo evolutivo del movimento laburista, che da partito classista si trasformava in partito nazionale. L’esperienza del governo MacDonald segnava per Sturzo una vera e propria frattura nel processo evolutivo del laburismo britannico che da partito di classe diventava partito nazionale. Era questo a giudizio di Sturzo l’aspetto peculiare della vita politica anglosassone, “un vantaggio di cui godono l’Inghilterra e gli Stati Uniti, per i quali la forma di governo è un bene comune giudicato sacro tanto dalla maggioranza quanto dall’opposizione ed è il motivo per cui un partito come quello laburista, sebbene appariva come espressione di una classe, poteva considerarsi a tutti gli effetti un partito nazionale”. Ecco emergere tutte le differenze tra il socialismo italiano e continentale rispetto a quello britannico. Il laburismo inglese, col suo pragmatismo e la sua azione politica non soggettata ad alcuna ideologia vincolante, dimostrava una maturità che lo portava al governo già a metà degli anni venti, mentre il socialismo italiano diveniva “uno dei fattori determinanti della crisi della classe politica, rendendola anche più acuta.” Il laburismo inglese superava la pregiudiziale classista e antiborghese, mentre l’azione socialista continentale continuava ad osteggiare lo stato liberale, visto come mera espressione della classe borghese. Secondo Sturzo gli anglosassoni avevano raggiunto una potenza internazionale di primissimo ordine grazie al metodo pratico di risolvere i problemi nella loro realtà concreta, cercando sempre di “tenersi lontani da ideologie che danno il capogiro”. In ciò l’esule italiano vedeva quel sentimento di un compito internazionale che si andava sempre più diffondendo presso le classi politiche dei due paesi. Per questo motivo Sturzo assegnava al mondo anglosassone, il più serio compito nella vita internazionale europea, per contribuire al raggiungimento di un sistema confederale fra gli stati e determinare una nuova solidarietà pacifica, anche contro la crescente paura di una bolscevizzazione dell’Occidente.
2023
9791222305028
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