Partendo dall’analisi del rapporto delle città con i loro waterfront, in molti casi luoghi dalle enormi potenzialità soprattutto nella funzione di spazi pubblici, obiettivo del paper è quello di studiare l’esperienza della città di Messina, alla luce del conflittuale rapporto con il suo waterfront urbano. Storicamente vissuto in molti suoi tratti come spazio collettivo, e sotto il profilo del disegno urbano luogo iconico della città, questo pregiato fronte a mare a partire dagli anni Sessanta è stato progressivamente sottratto alla sua vocazione pubblica a causa di destinazioni funzionali specialistiche (come l’utilizzo da parte di privati dell’area portuale dedicata al traghettamento privato per l’attraversamento dello Stretto), di grandi porzioni abbandonate e non accessibili (come l’area dell’ex cittadella fieristica) e di un uso spesso esclusivistico delle attrezzature date in concessione sull’area demaniale (club sportivi e ricreativi, ecc.). Tentando di far emergere le cause di questo “allontanamento” della città dal suo affaccio a mare sullo Stretto, storico biglietto da visita e immagine urbana identitaria – dalla Palazzata che, sostituendo le antiche mura era divenuta il simbolo dell’importanza e della bellezza della città, all’area oggi denominata ex Fiera, a Rada San Francesco fino alla passeggiata del Ringo e al Museo regionale – la riflessione sarà indirizzata alla ricostruzione delle funzioni oggi esautorate ma ancora radicate nella memoria collettiva (luoghi del passeggio, spazi per il godimento del paesaggio, delle attività legate al mare, dei lidi, delle rassegne cinematografiche in Fiera, ecc.), alla ricerca delle cause della frattura di questo rapporto per concludere con la recente esperienza di confronto pubblico gestita dall’Autorità di Sistema portuale dello Stretto finalizzata alla ricostruzione dei desideri e delle esigenze dei cittadini per andare a individuare le funzioni da inserire nel bando di concorso internazionale per la riqualificazione del waterfront nel tratto Boccetta-Annunziata. Nell’area che sarà oggetto del bando con l’obiettivo di riqualificarla riconfigurandola come parte integrante della città e suo più grande e pregiato spazio pubblico, sono riconoscibili cinque zone con diverse caratteristiche e con una fruibilità pubblica che soprattutto a partire dagli anni Sessanta è andata riducendosi. Il primo tratto, dal Boccetta fino al perimetro sud dell’ex-fiera, è caratterizzato dalla Passeggiata a mare e rappresenta una delle poche aree del centro storico con l’accesso diretto al mare; si tratta, però, di uno spazio che offre come unica attività il passeggio e che non valorizza pienamente il contatto con il mare. Nel secondo tratto l’ex Fiera, oggi in stato di degrado e non accessibile, è andata configurandosi come una barriera che divide la città dal mare; solo nell’ultimo periodo sono stati avviati progetti di restauro e riqualificazione di alcuni edifici dal valore storico-architettonico presenti al suo interno. Oltre la Fiera, superato il viale Giostra, nel terzo tratto si osserva come l’attività di traghettamento abbia monopolizzato l’area incidendo sul congestionamento del traffico e finendo, come nel caso della stessa Fiera, col rappresentare un elemento di separazione della città dal mare. Superata l’area dei traghetti privati si apre il quarto tratto, con il lungomare Belfiore (2008) non ancora in grado di incidere sulla qualità del luogo. Infine, arrivando all’Annunziata, nel quinto tratto insistono il piccolo parco di Villa Sabin, anch’esso con potenzialità inespresse, lo snodo intermodale con il capolinea del tram, il Museo Regionale di Messina e l’ex Ospedale Margherita oggetto di rifunzionalizzazione con l’obiettivo di trasformarlo in un polo culturale. Starting from the analysis of the relationship of cities with their waterfronts, in many cases places with enormous potential especially in the function of public spaces, the goal of the paper is to study the experience of Messina, focusing on the conflictual relationship with its urban waterfront. Historically experienced in many of its features as a collective space, an iconic place of the city, this prized seafront since the 1960s has been gradually removed from its public vocation.
Il ruolo dei waterfront nell'immagine e nell'uso collettivo della città. Messina: dall'abbandono alla riconquista dell'affaccio sullo Stretto
Angileri Giuseppe
;Arena Marina
;Cannata Francesco
2024-01-01
Abstract
Partendo dall’analisi del rapporto delle città con i loro waterfront, in molti casi luoghi dalle enormi potenzialità soprattutto nella funzione di spazi pubblici, obiettivo del paper è quello di studiare l’esperienza della città di Messina, alla luce del conflittuale rapporto con il suo waterfront urbano. Storicamente vissuto in molti suoi tratti come spazio collettivo, e sotto il profilo del disegno urbano luogo iconico della città, questo pregiato fronte a mare a partire dagli anni Sessanta è stato progressivamente sottratto alla sua vocazione pubblica a causa di destinazioni funzionali specialistiche (come l’utilizzo da parte di privati dell’area portuale dedicata al traghettamento privato per l’attraversamento dello Stretto), di grandi porzioni abbandonate e non accessibili (come l’area dell’ex cittadella fieristica) e di un uso spesso esclusivistico delle attrezzature date in concessione sull’area demaniale (club sportivi e ricreativi, ecc.). Tentando di far emergere le cause di questo “allontanamento” della città dal suo affaccio a mare sullo Stretto, storico biglietto da visita e immagine urbana identitaria – dalla Palazzata che, sostituendo le antiche mura era divenuta il simbolo dell’importanza e della bellezza della città, all’area oggi denominata ex Fiera, a Rada San Francesco fino alla passeggiata del Ringo e al Museo regionale – la riflessione sarà indirizzata alla ricostruzione delle funzioni oggi esautorate ma ancora radicate nella memoria collettiva (luoghi del passeggio, spazi per il godimento del paesaggio, delle attività legate al mare, dei lidi, delle rassegne cinematografiche in Fiera, ecc.), alla ricerca delle cause della frattura di questo rapporto per concludere con la recente esperienza di confronto pubblico gestita dall’Autorità di Sistema portuale dello Stretto finalizzata alla ricostruzione dei desideri e delle esigenze dei cittadini per andare a individuare le funzioni da inserire nel bando di concorso internazionale per la riqualificazione del waterfront nel tratto Boccetta-Annunziata. Nell’area che sarà oggetto del bando con l’obiettivo di riqualificarla riconfigurandola come parte integrante della città e suo più grande e pregiato spazio pubblico, sono riconoscibili cinque zone con diverse caratteristiche e con una fruibilità pubblica che soprattutto a partire dagli anni Sessanta è andata riducendosi. Il primo tratto, dal Boccetta fino al perimetro sud dell’ex-fiera, è caratterizzato dalla Passeggiata a mare e rappresenta una delle poche aree del centro storico con l’accesso diretto al mare; si tratta, però, di uno spazio che offre come unica attività il passeggio e che non valorizza pienamente il contatto con il mare. Nel secondo tratto l’ex Fiera, oggi in stato di degrado e non accessibile, è andata configurandosi come una barriera che divide la città dal mare; solo nell’ultimo periodo sono stati avviati progetti di restauro e riqualificazione di alcuni edifici dal valore storico-architettonico presenti al suo interno. Oltre la Fiera, superato il viale Giostra, nel terzo tratto si osserva come l’attività di traghettamento abbia monopolizzato l’area incidendo sul congestionamento del traffico e finendo, come nel caso della stessa Fiera, col rappresentare un elemento di separazione della città dal mare. Superata l’area dei traghetti privati si apre il quarto tratto, con il lungomare Belfiore (2008) non ancora in grado di incidere sulla qualità del luogo. Infine, arrivando all’Annunziata, nel quinto tratto insistono il piccolo parco di Villa Sabin, anch’esso con potenzialità inespresse, lo snodo intermodale con il capolinea del tram, il Museo Regionale di Messina e l’ex Ospedale Margherita oggetto di rifunzionalizzazione con l’obiettivo di trasformarlo in un polo culturale. Starting from the analysis of the relationship of cities with their waterfronts, in many cases places with enormous potential especially in the function of public spaces, the goal of the paper is to study the experience of Messina, focusing on the conflictual relationship with its urban waterfront. Historically experienced in many of its features as a collective space, an iconic place of the city, this prized seafront since the 1960s has been gradually removed from its public vocation.Pubblicazioni consigliate
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