La presente ricerca intende indagare la riforma del catasto Borbonico, iniziata nel 1833 e conclusa nel 1858. Si tratta di anni cruciali per la Sicilia in cui tra riformismo borbonico, istanze indipendentiste, crisi del ceto aristocratico e dure polemiche tra le diverse parti politiche, si assisteva al crollo delle istituzioni di ancien régime e alla travagliata nascita di un nuovo assetto statuale. Le riforme avviate in Sicilia in età borbonica avevano, tra gli altri obiettivi, quello di impostare l’azione amministrativa del governo su basi più oggettive rispetto al recente passato, attraverso un importante sforzo di rilevamento dei dati territoriali (popolazione, superfici, colture, rendite, attività commerciali e industriali, ecc.) che in precedenza erano raccolti in modo sporadico e soggettivo (riveli di parte), costituendo nell’insieme una congerie spesso contraddittoria di informazioni da reperire nelle più diverse sedi istituzionali. Nel 1848, caduto il governo rivoluzionario siciliano e sciolto il Parlamento, era affidato al principe di Satriano, luogotenente del Regno, il difficile compito di ricostruire i quadri di un’amministrazione sconquassata e, per calcolo politico o per necessità, ci si rivolgeva in molti casi ad elementi moderati che avevano svolto un compito attivo anche nel governo rivoluzionario. Tra questi un ruolo particolarmente significativo era svolto dal marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena, l’artefice del nuovo catasto borbonico. Per condurre la ricerca si studierà, in particolare, il Fondo Mortillaro custodito presso l’Archivio di Stato di Palermo, la produzione legislativa e la stampa coeva.
“… un’aperta ingiustizia per l’ineguaglianza di sorte tra i sinceri proprietarj e gl’illeali”: il Catasto moderno e la riforma siciliana (1833-1858)
De Salvo, Patrizia
2024-01-01
Abstract
La presente ricerca intende indagare la riforma del catasto Borbonico, iniziata nel 1833 e conclusa nel 1858. Si tratta di anni cruciali per la Sicilia in cui tra riformismo borbonico, istanze indipendentiste, crisi del ceto aristocratico e dure polemiche tra le diverse parti politiche, si assisteva al crollo delle istituzioni di ancien régime e alla travagliata nascita di un nuovo assetto statuale. Le riforme avviate in Sicilia in età borbonica avevano, tra gli altri obiettivi, quello di impostare l’azione amministrativa del governo su basi più oggettive rispetto al recente passato, attraverso un importante sforzo di rilevamento dei dati territoriali (popolazione, superfici, colture, rendite, attività commerciali e industriali, ecc.) che in precedenza erano raccolti in modo sporadico e soggettivo (riveli di parte), costituendo nell’insieme una congerie spesso contraddittoria di informazioni da reperire nelle più diverse sedi istituzionali. Nel 1848, caduto il governo rivoluzionario siciliano e sciolto il Parlamento, era affidato al principe di Satriano, luogotenente del Regno, il difficile compito di ricostruire i quadri di un’amministrazione sconquassata e, per calcolo politico o per necessità, ci si rivolgeva in molti casi ad elementi moderati che avevano svolto un compito attivo anche nel governo rivoluzionario. Tra questi un ruolo particolarmente significativo era svolto dal marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena, l’artefice del nuovo catasto borbonico. Per condurre la ricerca si studierà, in particolare, il Fondo Mortillaro custodito presso l’Archivio di Stato di Palermo, la produzione legislativa e la stampa coeva.| File | Dimensione | Formato | |
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