All’interno del sistema europeo di asilo è pienamente riconosciuto il diritto di richiedere la protezione internazionale ma tale diritto è azionabile solo all’interno degli stessi confini europei mentre non vi è la previsione di procedure di ingresso legali e sicure per coloro che pure necessitano di quella stessa protezione. Una previsione che l’esperienza dei corridoi umanitari ha inteso realizzare de facto, come questo contributo si propone di dimostrare. Il metodo descrive l’architettura interistituzionale di natura pattizia dello strumento dei corridoi umanitari in relazione ai due capisaldi della gestione del fenomeno migratorio: da un lato il sistema di procedure per l’ingresso ed il riconoscimento dello status connesso alla protezione internazionale, dall’altro il sistema di ricollocamento dei migranti tra gli Stati membri dell’Unione Europea. L’analisi restituisce un quadro in cui la funzione politica sembra abdicare di fronte alla propria incapacità, ormai storicamente provata, di orientare verso un governo stabile, efficiente ed efficace della migrazione globale. Emerge così l’importanza di sostenere, anche attraverso la vivacità di un dibattito scientifico in proposito, il ruolo proattivo della società civile che, se adeguatamente sostenuto dalle Istituzioni, invera quell’universalismo normativo cui appare sempre più imprescindibile rifarsi, come il caso dell’esperienza dei corridoi umanitari oggetto di analisi.

Alla riscoperta della democrazia per un governo della migrazione: l’esperienza dei corridoi umanitari

Girasella, Elena
2024-01-01

Abstract

All’interno del sistema europeo di asilo è pienamente riconosciuto il diritto di richiedere la protezione internazionale ma tale diritto è azionabile solo all’interno degli stessi confini europei mentre non vi è la previsione di procedure di ingresso legali e sicure per coloro che pure necessitano di quella stessa protezione. Una previsione che l’esperienza dei corridoi umanitari ha inteso realizzare de facto, come questo contributo si propone di dimostrare. Il metodo descrive l’architettura interistituzionale di natura pattizia dello strumento dei corridoi umanitari in relazione ai due capisaldi della gestione del fenomeno migratorio: da un lato il sistema di procedure per l’ingresso ed il riconoscimento dello status connesso alla protezione internazionale, dall’altro il sistema di ricollocamento dei migranti tra gli Stati membri dell’Unione Europea. L’analisi restituisce un quadro in cui la funzione politica sembra abdicare di fronte alla propria incapacità, ormai storicamente provata, di orientare verso un governo stabile, efficiente ed efficace della migrazione globale. Emerge così l’importanza di sostenere, anche attraverso la vivacità di un dibattito scientifico in proposito, il ruolo proattivo della società civile che, se adeguatamente sostenuto dalle Istituzioni, invera quell’universalismo normativo cui appare sempre più imprescindibile rifarsi, come il caso dell’esperienza dei corridoi umanitari oggetto di analisi.
2024
979-12-80899-13-2
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