A partire dal connubio inestricabile tra arte e vita, destinato ad attraversare come un filo rosso la storia del teatro italiano così come si è sedimentata attraverso una tradizione di lunga durata, il contributo suggerisce una modalità di esplorazione dell’universo creativo di Eleonora Duse, emblema di una genealogia di attrici e attori che hanno nutrito la propria invenzione scenica di frammenti attinti dalla propria condizione esistenziale, in dialogo con la propria storia personale, i propri desideri e le proprie mancanze, alla costante ricerca di un equilibrio possibile tra la pagina scritta e la poesia della presenza. Non si tratta tanto di verificare gli eventuali punti di congiunzione tra il vissuto dell’attrice “divina” e il carattere dei personaggi portati in scena, né di chiedersi se l’esperienza privata sia tra le radici generative di un modo di recitare profondamente innovativo. Si tratta, piuttosto, di considerare il processo inventivo dusiano quale oggetto di una recherche inesausta, attraverso la quale ella arriva a costruire e a proporre un proprio personalissimo stile, riconoscibile ed inimitabile. Un elemento sul quale si sono interrogati e a lungo soffermati gli spettatori e i critici coevi, ma anche gli storiografi delle epoche successive, confermando, attraverso un interesse mai sopito, la straordinarietà di una figura divenuta iconica.
Tra arte e vita. L'attrice divina e la creazione scenica come ricerca infinita
Katia Trifiro'
2024-01-01
Abstract
A partire dal connubio inestricabile tra arte e vita, destinato ad attraversare come un filo rosso la storia del teatro italiano così come si è sedimentata attraverso una tradizione di lunga durata, il contributo suggerisce una modalità di esplorazione dell’universo creativo di Eleonora Duse, emblema di una genealogia di attrici e attori che hanno nutrito la propria invenzione scenica di frammenti attinti dalla propria condizione esistenziale, in dialogo con la propria storia personale, i propri desideri e le proprie mancanze, alla costante ricerca di un equilibrio possibile tra la pagina scritta e la poesia della presenza. Non si tratta tanto di verificare gli eventuali punti di congiunzione tra il vissuto dell’attrice “divina” e il carattere dei personaggi portati in scena, né di chiedersi se l’esperienza privata sia tra le radici generative di un modo di recitare profondamente innovativo. Si tratta, piuttosto, di considerare il processo inventivo dusiano quale oggetto di una recherche inesausta, attraverso la quale ella arriva a costruire e a proporre un proprio personalissimo stile, riconoscibile ed inimitabile. Un elemento sul quale si sono interrogati e a lungo soffermati gli spettatori e i critici coevi, ma anche gli storiografi delle epoche successive, confermando, attraverso un interesse mai sopito, la straordinarietà di una figura divenuta iconica.Pubblicazioni consigliate
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