La politica di urbanizzazione promossa da Augusto nell’Africa Proconsolare si tradusse in una presenza romana pervasiva sul territorio, che, sotto il profilo precipuamente economico, al tempo di Tiberio vide l’azione di negotiatores come Carsidio Sacerdote e C. Gracco, la cui vicenda politica è significativa del ruolo rivestito dal commercio nelle dinamiche interne del territorio e di questo in sinergia col milieu mediterraneo. Specifici interessi politici ed economici sembrano legare questi mercanti alla classe dirigente romana, a giudicare dalla difesa che due ex proconsoli d’Africa, Elio Lamia e L. Apronio, assunsero in favore di Sacerdote e Gracco, accusati di aver rifornito il disertore ribelle Tacfarinas di grano e poi prosciolti grazie a tale autorevole intervento. A questo quadro va aggiunta la “demand for land” in Africa (Rachet, su una suggestione di Rostovtzeff)) da parte di italici, desiderosi di emulare i grandi proprietari fondiari arricchitisi grazie alla cerealicoltura praticata sui latifundia già esistenti alla fine del I sec. a.C. L’indagine partirà da questi casi particolari al fine di ricostruire la politica di Tiberio in Africa, individuare i gruppi di potere che a quella furono ostili, nonché il ruolo attivo di produttori indigeni e romani e di mercanti di grano, prodotti di lusso e schiavi. Si tenta infine di comprendere se la presenza di attori economici romani possa aver creato squilibri nei rapporti commerciali e politici tra sedentari e nomadi, indebolendo lo status di singole gentes e il loro potere contrattuale in termini di reciproco accesso ai pascoli e ai cereali alla base della necessaria dialettica economica tra nomadismo e sedentarietà.

Tra agricoltura e commercio: il ruolo economico dell’Africa in età tiberiana.

Rosalba Arcuri
2024-01-01

Abstract

La politica di urbanizzazione promossa da Augusto nell’Africa Proconsolare si tradusse in una presenza romana pervasiva sul territorio, che, sotto il profilo precipuamente economico, al tempo di Tiberio vide l’azione di negotiatores come Carsidio Sacerdote e C. Gracco, la cui vicenda politica è significativa del ruolo rivestito dal commercio nelle dinamiche interne del territorio e di questo in sinergia col milieu mediterraneo. Specifici interessi politici ed economici sembrano legare questi mercanti alla classe dirigente romana, a giudicare dalla difesa che due ex proconsoli d’Africa, Elio Lamia e L. Apronio, assunsero in favore di Sacerdote e Gracco, accusati di aver rifornito il disertore ribelle Tacfarinas di grano e poi prosciolti grazie a tale autorevole intervento. A questo quadro va aggiunta la “demand for land” in Africa (Rachet, su una suggestione di Rostovtzeff)) da parte di italici, desiderosi di emulare i grandi proprietari fondiari arricchitisi grazie alla cerealicoltura praticata sui latifundia già esistenti alla fine del I sec. a.C. L’indagine partirà da questi casi particolari al fine di ricostruire la politica di Tiberio in Africa, individuare i gruppi di potere che a quella furono ostili, nonché il ruolo attivo di produttori indigeni e romani e di mercanti di grano, prodotti di lusso e schiavi. Si tenta infine di comprendere se la presenza di attori economici romani possa aver creato squilibri nei rapporti commerciali e politici tra sedentari e nomadi, indebolendo lo status di singole gentes e il loro potere contrattuale in termini di reciproco accesso ai pascoli e ai cereali alla base della necessaria dialettica economica tra nomadismo e sedentarietà.
2024
979-12-81952-00-3
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