Dall’Unità d’Italia fino al secondo dopoguerra la questione agraria e la necessità di una riforma hanno animato il dibattito sulla questione meridionale. La riforma agraria diventava mito fondativo di un progetto sviluppista di trasformazione delle campagne e strumento politico per contenere il movimento contadino. In questo quadro la Sicilia, presentata come immobile, isolata e arretrata, rappresentava l’emblema di quel sottosviluppo1 prodotto dal latifondo estensivo di grandi proprietari terrieri assenteisti, dalla persistenza di istituti feudali che facilitavano lo sfruttamento bracciantile, di rapporti contrattuali iniqui e il proliferare di intermediari parassitari. Ma per le forze politiche diventava anche un terreno di sperimentazione politica del progetto di trasformazione agraria che culminò nella riforma. In realtà l’immagine di una Sicilia latifondistica è stereotipata e semplicistica. L’agricoltura e il paesaggio agrario erano variegati e in continua riarticolazione in funzione delle complesse dinamiche di inserimento nello stato nazione da un lato, e nel mercato internazionale dall’altro. Così come non univoche e persino contradditorie sono state le implicazioni dei provvedimenti legislativi e delle politiche sulle campagne. Il saggio si propone di ripercorrere la storia dei paesaggi agrari siciliani, da una prospettiva di sociologia economica, mostrando il ruolo del mercato e dell'economia nella loro trasformazione.

Paesaggio, questione agraria e riforma, tra passato e presente

Farinella, Domenica
2024-01-01

Abstract

Dall’Unità d’Italia fino al secondo dopoguerra la questione agraria e la necessità di una riforma hanno animato il dibattito sulla questione meridionale. La riforma agraria diventava mito fondativo di un progetto sviluppista di trasformazione delle campagne e strumento politico per contenere il movimento contadino. In questo quadro la Sicilia, presentata come immobile, isolata e arretrata, rappresentava l’emblema di quel sottosviluppo1 prodotto dal latifondo estensivo di grandi proprietari terrieri assenteisti, dalla persistenza di istituti feudali che facilitavano lo sfruttamento bracciantile, di rapporti contrattuali iniqui e il proliferare di intermediari parassitari. Ma per le forze politiche diventava anche un terreno di sperimentazione politica del progetto di trasformazione agraria che culminò nella riforma. In realtà l’immagine di una Sicilia latifondistica è stereotipata e semplicistica. L’agricoltura e il paesaggio agrario erano variegati e in continua riarticolazione in funzione delle complesse dinamiche di inserimento nello stato nazione da un lato, e nel mercato internazionale dall’altro. Così come non univoche e persino contradditorie sono state le implicazioni dei provvedimenti legislativi e delle politiche sulle campagne. Il saggio si propone di ripercorrere la storia dei paesaggi agrari siciliani, da una prospettiva di sociologia economica, mostrando il ruolo del mercato e dell'economia nella loro trasformazione.
2024
979-12-5486-471-5
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