Il saggio ripercorre il tema della Wiedergutmachung nella svolta del crollo del socialismo reale, che rappresentò un vero e proprio tornante nel paradigma restitutorio, tanto in Austria, come pure nel resto d’Europa. Esso a quel punto non fu più segnato semplicemente dall’esigenza di reintegrare nello status quo ante, i perseguitati dai fascismi, ma anche di includere nelle riparazioni «le vittime dimenticate», tra le quali vi erano tra gli altri i lavoratori “coattamente” mandati nel Terzo Reich, dall’intera Europa occupata e/o annessa. Nel caso austriaco pesò molto anche la lenta e difficile presa di coscienza delle proprie responsabilità rispetto alle persecuzioni e il tardo riconoscimento – intervenuto solo nel 1993 – agli espatriati (in larga parte ebrei) di detenere la doppia cittadinanza. Tale riconoscimento poté finalmente permettere loro di rivendicare gli indennizzi e i vitalizi che gli spettavano senza dovere più necessariamente rinunciare alla cittadinanza austriaca. Quante cruciale fosse una simile questione, lo dimostrano nel saggio anche gli accenni al caso italiano, che passano attraverso la vicenda paradigmatica di Emilio Segrè.
1989 als Zeitenwende: das Paradigma der Wiedergutmachung in der österreichischen Welt Erfahrungsberichte
Giovanna D'Amico
2025-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre il tema della Wiedergutmachung nella svolta del crollo del socialismo reale, che rappresentò un vero e proprio tornante nel paradigma restitutorio, tanto in Austria, come pure nel resto d’Europa. Esso a quel punto non fu più segnato semplicemente dall’esigenza di reintegrare nello status quo ante, i perseguitati dai fascismi, ma anche di includere nelle riparazioni «le vittime dimenticate», tra le quali vi erano tra gli altri i lavoratori “coattamente” mandati nel Terzo Reich, dall’intera Europa occupata e/o annessa. Nel caso austriaco pesò molto anche la lenta e difficile presa di coscienza delle proprie responsabilità rispetto alle persecuzioni e il tardo riconoscimento – intervenuto solo nel 1993 – agli espatriati (in larga parte ebrei) di detenere la doppia cittadinanza. Tale riconoscimento poté finalmente permettere loro di rivendicare gli indennizzi e i vitalizi che gli spettavano senza dovere più necessariamente rinunciare alla cittadinanza austriaca. Quante cruciale fosse una simile questione, lo dimostrano nel saggio anche gli accenni al caso italiano, che passano attraverso la vicenda paradigmatica di Emilio Segrè.Pubblicazioni consigliate
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