L’arrivo in Sicilia dei Gesuiti e la fondazione nel 1548 a Messina del Primum ac Prototypum Collegium della Compagnia in Europa segnò uno dei punti nodali della storia dell’isola e dell’ordine. L’anno seguente un collegio fu istituito anche a Palermo. I Gesuiti ebbero, così, un ruolo di primo piano a sostegno delle prerogative municipali dei due centri in lotta per la primazia nel viceregno. Un particolare terreno di scontro è legato alla costruzione dell’identità sacra municipale attraverso la promozione dei culti civici e delle presunte origini apostoliche della Chiese locali, coinvolgendo anche gli ordini religiosi. Basti pensare come, nel 1629, la proposta messinese di dividere l’isola in due parti – ognuna delle quali avrebbe avuto apparati amministrativi, tribunali e viceré propri, facenti capo, rispettivamente, a Palermo e alla città dello Stretto – fosse seguita alla temporanea scissione della provincia gesuitica. Si tratta della prova della convergenza di esigenze politiche, economiche e religiose tra l’ordine e le magistrature locali. Tracce di questa competizione sono individuabili nelle cerimonie religiose in cui le due città rivali esprimevano, in un linguaggio simbolico, vere e proprie dichiarazioni politiche d’intenti. Di tali riti la fonte principale è costituita dai resoconti a stampa, i cosiddetti Ragguagli, prodotti per conto dei Senati cittadini. Attraverso una loro attenta analisi, il paper si propone di studiare i messaggi politici e propagandistici dello scontro tra gli esponenti palermitani e messinesi della Compagnia durante le feste siciliane per le canonizzazioni di Ignazio di Loyola e Francesco Saverio nel 1622. Celebrazioni che si configurarono allo stesso tempo come trionfi dell’ordine gesuitico e delle prerogative municipali delle due città rivali.
Trionfi gesuitici, trionfi municipali: le feste per la canonizzazione di Ignazio di Loyola e Francesco Saverio in Sicilia.
Giuseppe Campagna
2025-01-01
Abstract
L’arrivo in Sicilia dei Gesuiti e la fondazione nel 1548 a Messina del Primum ac Prototypum Collegium della Compagnia in Europa segnò uno dei punti nodali della storia dell’isola e dell’ordine. L’anno seguente un collegio fu istituito anche a Palermo. I Gesuiti ebbero, così, un ruolo di primo piano a sostegno delle prerogative municipali dei due centri in lotta per la primazia nel viceregno. Un particolare terreno di scontro è legato alla costruzione dell’identità sacra municipale attraverso la promozione dei culti civici e delle presunte origini apostoliche della Chiese locali, coinvolgendo anche gli ordini religiosi. Basti pensare come, nel 1629, la proposta messinese di dividere l’isola in due parti – ognuna delle quali avrebbe avuto apparati amministrativi, tribunali e viceré propri, facenti capo, rispettivamente, a Palermo e alla città dello Stretto – fosse seguita alla temporanea scissione della provincia gesuitica. Si tratta della prova della convergenza di esigenze politiche, economiche e religiose tra l’ordine e le magistrature locali. Tracce di questa competizione sono individuabili nelle cerimonie religiose in cui le due città rivali esprimevano, in un linguaggio simbolico, vere e proprie dichiarazioni politiche d’intenti. Di tali riti la fonte principale è costituita dai resoconti a stampa, i cosiddetti Ragguagli, prodotti per conto dei Senati cittadini. Attraverso una loro attenta analisi, il paper si propone di studiare i messaggi politici e propagandistici dello scontro tra gli esponenti palermitani e messinesi della Compagnia durante le feste siciliane per le canonizzazioni di Ignazio di Loyola e Francesco Saverio nel 1622. Celebrazioni che si configurarono allo stesso tempo come trionfi dell’ordine gesuitico e delle prerogative municipali delle due città rivali.Pubblicazioni consigliate
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