La vicenda italiana è osservata in un momento della storia nazionale particolarmente significativo per le sue implicazioni interne e internazionali. Il Paese tra il 1953 e il 1958, si avvia decisamente verso il decollo industriale, passando attraverso profonde trasformazioni sociali ed economiche, mentre all’esterno l’Europa, fallito il tentativo dell’unità politica, sceglie la via dell’unità economica e del mercato unico. Il volume ripercorre, sul piano politico, la crisi della formula centrista, cogliendone i limiti e le contraddizioni, peraltro fortemente presenti all’interno della coalizione, allorché socialdemocratici e cattolici di sinistra, pur entro i limiti di un riformismo gradualista, chiedevano un progressivo allargamento dei poteri dello Stato in materia economica da realizzarsi attraverso un programma di riforme comprendenti la nazionalizzazione della produzione di base e l’instaurazione di un sistema di dirigismo economico, pur attuato nel rispetto delle libertà fondamentali e del processo democratico. Liberali e destra democristiana, invece, si riproponevano il modello di politica economica sostanzialmente seguito durante la fase della ricostruzione del paese, mentre il margine d’intervento economico riconosciuto allo Stato era esclusivamente limitato a creare le condizioni più favorevoli per lo svolgimento e lo sviluppo dell’iniziativa privata. Gli anni della seconda legislatura sono quindi intesi come quelli della preparazione, non solo verso nuove formule politiche, ma anche verso il boom economico, la società italiana si avviava a subire una serie di profonde trasformazioni, che avrebbero cambiato il volto del Paese e le abitudini dei suoi cittadini.

L'Italia in trasformazione. Dirigisti, liberisti e Mercato comune (1953-1958)

BATTAGLIA, Rosario
2004-01-01

Abstract

La vicenda italiana è osservata in un momento della storia nazionale particolarmente significativo per le sue implicazioni interne e internazionali. Il Paese tra il 1953 e il 1958, si avvia decisamente verso il decollo industriale, passando attraverso profonde trasformazioni sociali ed economiche, mentre all’esterno l’Europa, fallito il tentativo dell’unità politica, sceglie la via dell’unità economica e del mercato unico. Il volume ripercorre, sul piano politico, la crisi della formula centrista, cogliendone i limiti e le contraddizioni, peraltro fortemente presenti all’interno della coalizione, allorché socialdemocratici e cattolici di sinistra, pur entro i limiti di un riformismo gradualista, chiedevano un progressivo allargamento dei poteri dello Stato in materia economica da realizzarsi attraverso un programma di riforme comprendenti la nazionalizzazione della produzione di base e l’instaurazione di un sistema di dirigismo economico, pur attuato nel rispetto delle libertà fondamentali e del processo democratico. Liberali e destra democristiana, invece, si riproponevano il modello di politica economica sostanzialmente seguito durante la fase della ricostruzione del paese, mentre il margine d’intervento economico riconosciuto allo Stato era esclusivamente limitato a creare le condizioni più favorevoli per lo svolgimento e lo sviluppo dell’iniziativa privata. Gli anni della seconda legislatura sono quindi intesi come quelli della preparazione, non solo verso nuove formule politiche, ma anche verso il boom economico, la società italiana si avviava a subire una serie di profonde trasformazioni, che avrebbero cambiato il volto del Paese e le abitudini dei suoi cittadini.
2004
9788849808391
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