Le prime applicazioni del cemento armato pervengono a Messina nel periodo della ricostruzione post-terremoto, accompagnate dalla magnificazione delle sue prestazioni statiche, rigorosamente “anti-sismiche”, oltre che delle altre virtù: durevolezza agli agenti esterni, resistenza al fuoco, assoluta impermeabilità. Ma è nel percorso che muove dalla sostanza giungendo all’apparenza che il nuovo materiale esprime potenzialità formali che vengono sfruttate, non nella forma levigata delle prime espressioni del razionalismo europeo, ma, a Messina, in un tripudio decorativo che anima l’involucro degli edifici monumentali, pubblici e privati, realizzati in quegli anni. Parlare di cemento armato può sembrare paradossale nel caso di apparati decorativi da sempre posti nella categoria degli stucchi. Stranezza in quanto l’ornato è sì in rilievo, ma di grande dettaglio. Eppure, laddove il degrado ha riportato in vista le viscere di queste realizzazioni, non è raro scorgere barre muoversi in sintonia con le volute che devono armare. Ad ornare le facciate sono stipiti, cornici marcapiano, cornicioni modanati e fregiati; e ancora paraste, con capitelli e basamenti in cui ridondano elementi figurativi in aggetto; ma anche mensole, architravi, balconi e parapetti finemente decorati e perfino acroterii; tutti realizzati in pietra artificiale che sulla superficie assimila la sua fisionomia a quella naturale, di cui la materia ricomposta si propone di ricalcare funzioni, forme e dimensioni. Il confronto tra la documentazione storica reperibile e i risultati dei rilievi in situ e delle indagini di laboratorio, diviene spunto per approfondire e comprendere problematiche legate alla sperimentazione di una cultura tecnica: scelta e dosaggio delle materie prime adoperate, modalità di formatura, criteri di assemblaggio. Un procedimento complesso del quale vogliono farsi emergere i pregi e sottolineare i difetti, per stabilirne le relazioni con i meccanismi di degrado osservati e imparare dal costruito storico, deducendo da esso le conoscenze necessarie a condurre interventi di manutenzione, ripristino o eventuale sostituzione.
"Reinforsed Concrete” as Artificial Stone used in Messina Architecture from the Beginning of the 20th Century: Advanctages and Defects of an Experimental Technique
FIANDACA, Ornella;RINALDO, Valentina
2003-01-01
Abstract
Le prime applicazioni del cemento armato pervengono a Messina nel periodo della ricostruzione post-terremoto, accompagnate dalla magnificazione delle sue prestazioni statiche, rigorosamente “anti-sismiche”, oltre che delle altre virtù: durevolezza agli agenti esterni, resistenza al fuoco, assoluta impermeabilità. Ma è nel percorso che muove dalla sostanza giungendo all’apparenza che il nuovo materiale esprime potenzialità formali che vengono sfruttate, non nella forma levigata delle prime espressioni del razionalismo europeo, ma, a Messina, in un tripudio decorativo che anima l’involucro degli edifici monumentali, pubblici e privati, realizzati in quegli anni. Parlare di cemento armato può sembrare paradossale nel caso di apparati decorativi da sempre posti nella categoria degli stucchi. Stranezza in quanto l’ornato è sì in rilievo, ma di grande dettaglio. Eppure, laddove il degrado ha riportato in vista le viscere di queste realizzazioni, non è raro scorgere barre muoversi in sintonia con le volute che devono armare. Ad ornare le facciate sono stipiti, cornici marcapiano, cornicioni modanati e fregiati; e ancora paraste, con capitelli e basamenti in cui ridondano elementi figurativi in aggetto; ma anche mensole, architravi, balconi e parapetti finemente decorati e perfino acroterii; tutti realizzati in pietra artificiale che sulla superficie assimila la sua fisionomia a quella naturale, di cui la materia ricomposta si propone di ricalcare funzioni, forme e dimensioni. Il confronto tra la documentazione storica reperibile e i risultati dei rilievi in situ e delle indagini di laboratorio, diviene spunto per approfondire e comprendere problematiche legate alla sperimentazione di una cultura tecnica: scelta e dosaggio delle materie prime adoperate, modalità di formatura, criteri di assemblaggio. Un procedimento complesso del quale vogliono farsi emergere i pregi e sottolineare i difetti, per stabilirne le relazioni con i meccanismi di degrado osservati e imparare dal costruito storico, deducendo da esso le conoscenze necessarie a condurre interventi di manutenzione, ripristino o eventuale sostituzione.Pubblicazioni consigliate
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