Nel presente lavoro sono riportati i risultati di uno studio sperimentale comparativo condotto su chiodi endomidollari Gamma utilizzati per la sintesi di fratture prossimali di femore. I chiodi, rispettivamente con una (SGN) e con due viti distali (LGN), sono stati impiantati, utilizzando la tradizionale tecnica chirurgica, in femori sintetici (Pacific Research Labs.). La metodologia sperimentale impiegata si avvale dell’uso di estensimetri elettrici a resistenza per la misura delle deformazioni locali; i sensori sono stati incollati sulla superficie del femore, in prossimità delle zone a maggiore sollecitazione, precedentemente individuate mediante un’analisi numerica agli elementi finiti eseguita al calcolatore [9]. Ciascun femore è stato incastrato, utilizzando cemento ortopedico, nella zona condilea e sollecitato con un carico di compressione, applicato sulla testa del femore mediante una macchina di prova materiali. In aggiunta sono state effettuate prove di laboratorio anche su un femore artificiale integro, al fine di confrontare i livelli massimi di sollecitazione. Allo scopo di garantire il corretto orientamento dei femori nella macchina di prova (e quindi una significativa riproducibilità del sistema di carico) è stata sviluppata una nuova tecnica di posizionamento basata sull’impiego di due telecamere digitali e di un software dedicato per l’elaborazione delle immagini. I risultati ottenuti evidenziano che l’impianto LGN, pur garantendo una migliore rigidezza flessionale, presenta problemi legati all’impuntamento del chiodo nel canale midollare; nella zona prossimale il comportamento dei due tipi di impianto è invece paragonabile; ai fini della fissazione della rima di frattura, quindi, i due impianti sono ugualmente efficaci.
Analisi sperimentale comparativa di chiodi gamma endomidollari per la sintesi di fratture prossimali di femori
FILARDI, VINCENZO;GUGLIELMINO, Eugenio;MONTANINI, Roberto
2003-01-01
Abstract
Nel presente lavoro sono riportati i risultati di uno studio sperimentale comparativo condotto su chiodi endomidollari Gamma utilizzati per la sintesi di fratture prossimali di femore. I chiodi, rispettivamente con una (SGN) e con due viti distali (LGN), sono stati impiantati, utilizzando la tradizionale tecnica chirurgica, in femori sintetici (Pacific Research Labs.). La metodologia sperimentale impiegata si avvale dell’uso di estensimetri elettrici a resistenza per la misura delle deformazioni locali; i sensori sono stati incollati sulla superficie del femore, in prossimità delle zone a maggiore sollecitazione, precedentemente individuate mediante un’analisi numerica agli elementi finiti eseguita al calcolatore [9]. Ciascun femore è stato incastrato, utilizzando cemento ortopedico, nella zona condilea e sollecitato con un carico di compressione, applicato sulla testa del femore mediante una macchina di prova materiali. In aggiunta sono state effettuate prove di laboratorio anche su un femore artificiale integro, al fine di confrontare i livelli massimi di sollecitazione. Allo scopo di garantire il corretto orientamento dei femori nella macchina di prova (e quindi una significativa riproducibilità del sistema di carico) è stata sviluppata una nuova tecnica di posizionamento basata sull’impiego di due telecamere digitali e di un software dedicato per l’elaborazione delle immagini. I risultati ottenuti evidenziano che l’impianto LGN, pur garantendo una migliore rigidezza flessionale, presenta problemi legati all’impuntamento del chiodo nel canale midollare; nella zona prossimale il comportamento dei due tipi di impianto è invece paragonabile; ai fini della fissazione della rima di frattura, quindi, i due impianti sono ugualmente efficaci.Pubblicazioni consigliate
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