Il presente lavoro ha come oggetto lo studio del comportamento meccanico del Chiodo Gamma utilizzato per il trattamento delle fratture femorali. Sono stati analizzati, utilizzando un codice di calcolo agli elementi finiti, due tipi di chiodo: quello (standard) più lungo con due viti distali e quello (short) più corto con una singola vite distale.. La modellazione dell’impianto è stata eseguita partendo dalle superfici “spline” che definiscono la geometria tridimensionale del femore, disponibili in rete nell’ambito dello “Standardised Femur Program”. L’impianto “Gamma” analizzato è quello con angolo di 125° e diametro della parte distale di 11mm. La presenza dello spongioso all’interno dell’osso corticale è stata simulata mediante elementi finiti di tipo molla a due nodi. La rima di frattura si estende dal grande al piccolo trocantere (intertrocanterica). Il femore è stato rigidamente incastrato, e sottoposto alla condizione di carico relativa alla fase di stazionamento monopodalico (carico agente su una singola gamba). Il modello è stato tarato in base ai dati reperiti in letteratura I risultati ottenuti, in termini di sollecitazioni e deformazioni, hanno contribuito ad una migliore comprensione delle problematiche connesse con l’utilizzo del chiodo Gamma ed a fornire una giustificazione scientifica delle migliori prestazioni ottenibili con l’impiego del chiodo short rispetto a quello standard. Tale lavoro pone le basi per una possibile ottimizzazione della geometria del chiodo Gamma e delle modalità di ancoraggio.

Analisi numerica tridimensionale di un sistema di sintesi per frattura prossimale di femore

FILARDI, VINCENZO;MONTANINI, Roberto;
2001-01-01

Abstract

Il presente lavoro ha come oggetto lo studio del comportamento meccanico del Chiodo Gamma utilizzato per il trattamento delle fratture femorali. Sono stati analizzati, utilizzando un codice di calcolo agli elementi finiti, due tipi di chiodo: quello (standard) più lungo con due viti distali e quello (short) più corto con una singola vite distale.. La modellazione dell’impianto è stata eseguita partendo dalle superfici “spline” che definiscono la geometria tridimensionale del femore, disponibili in rete nell’ambito dello “Standardised Femur Program”. L’impianto “Gamma” analizzato è quello con angolo di 125° e diametro della parte distale di 11mm. La presenza dello spongioso all’interno dell’osso corticale è stata simulata mediante elementi finiti di tipo molla a due nodi. La rima di frattura si estende dal grande al piccolo trocantere (intertrocanterica). Il femore è stato rigidamente incastrato, e sottoposto alla condizione di carico relativa alla fase di stazionamento monopodalico (carico agente su una singola gamba). Il modello è stato tarato in base ai dati reperiti in letteratura I risultati ottenuti, in termini di sollecitazioni e deformazioni, hanno contribuito ad una migliore comprensione delle problematiche connesse con l’utilizzo del chiodo Gamma ed a fornire una giustificazione scientifica delle migliori prestazioni ottenibili con l’impiego del chiodo short rispetto a quello standard. Tale lavoro pone le basi per una possibile ottimizzazione della geometria del chiodo Gamma e delle modalità di ancoraggio.
2001
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