In questo volume si è approfondita la tematica dell’accertamento tributario esperito tramite indagini bancarie, alla luce dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale. Il percorso di analisi prende l’avvio dallo studio dei differenti tipi di attività istruttoria per giungere, poi, proprio all’acquisizione di dati attraverso l’analisi dei conti intrattenuti tra banca e contribuente. Lo spartiacque normativo è rappresentato dall’articolo 18 della L.n.413/1991 che ha segnato una netta demarcazione fra l’acquisizione di dati e notizie in vigenza del segreto bancario e l’acquisizione di dati e notizie in seguito all’abolizione dello stesso. L’espressione “segreto bancario”, in realtà, involge differenti ambiti disciplinari: bancario, costituzionale, civilistico, tributario e ad essi non corrisponde univocità di orientamenti circa il riconoscimento normativo, il contenuto ed i limiti che il termine stesso sottende. L’attenzione si è concentrata, nell’intento di affrontare con sistematicità l’argomento, sulla nozione tributaria del segreto bancario dalla legge n.1 del 5 gennaio 1956 sulla perequazione tributaria, passando attraverso il testo Unico del 1958 e la Riforma Preti del 1971/73, fino alla Legge n.413/1991 che, com’è noto, ha fatto prevalere la cultura della trasparenza su quella del segreto e della riservatezza. Oltre ad uno studio critico dei profili soggettivi ed oggettivi dell’indagine, vengono messi particolarmente in evidenza gli snodi problematici legati alle discutibili presunzioni imponibilità ed ai profili di costituzionalità che hanno condotto la Consulta a pronunciarsi. E’ emersa dal lavoro una scarsa tutela dei diritti del contribuente tenuto conto che il contraddittorio, momento imprescindibile al fine di attribuire agli indizi la dignità di prove, costituisce una fase meramente eventuale e che l’accesso all’autorizzazione è posticipato alla notifica dell’avviso di accertamento. Rilevante sarebbe potuto essere il ruolo assunto dal Garante dei diritti del contribuente, figura istituita dall’articolo 13 della Legge n.212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente) che, così come previsto, non appare dotato di incisivi poteri. In effetti, oltre alle mere segnalazioni e alle raccomandazioni prive di una sicura efficacia, il Garante non appare particolarmente caratterizzato a garantire una efficace tutela del contribuente. In conclusione, i poteri del Garante andrebbero integrati poiché cosi’ come normativamente concepito, esso appare sguarnito di un reale potere di garantire e rimediare ai disservizi lamentati dai contribuenti. Molte sono le imprecisioni e le lacune normative emerse che rendono l’argomento de quo decisamente migliorabile da parte del legislatore

La tutela del contribuente nelle indagini bancarie

SERRANO', Maria Vittoria
2003-01-01

Abstract

In questo volume si è approfondita la tematica dell’accertamento tributario esperito tramite indagini bancarie, alla luce dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale. Il percorso di analisi prende l’avvio dallo studio dei differenti tipi di attività istruttoria per giungere, poi, proprio all’acquisizione di dati attraverso l’analisi dei conti intrattenuti tra banca e contribuente. Lo spartiacque normativo è rappresentato dall’articolo 18 della L.n.413/1991 che ha segnato una netta demarcazione fra l’acquisizione di dati e notizie in vigenza del segreto bancario e l’acquisizione di dati e notizie in seguito all’abolizione dello stesso. L’espressione “segreto bancario”, in realtà, involge differenti ambiti disciplinari: bancario, costituzionale, civilistico, tributario e ad essi non corrisponde univocità di orientamenti circa il riconoscimento normativo, il contenuto ed i limiti che il termine stesso sottende. L’attenzione si è concentrata, nell’intento di affrontare con sistematicità l’argomento, sulla nozione tributaria del segreto bancario dalla legge n.1 del 5 gennaio 1956 sulla perequazione tributaria, passando attraverso il testo Unico del 1958 e la Riforma Preti del 1971/73, fino alla Legge n.413/1991 che, com’è noto, ha fatto prevalere la cultura della trasparenza su quella del segreto e della riservatezza. Oltre ad uno studio critico dei profili soggettivi ed oggettivi dell’indagine, vengono messi particolarmente in evidenza gli snodi problematici legati alle discutibili presunzioni imponibilità ed ai profili di costituzionalità che hanno condotto la Consulta a pronunciarsi. E’ emersa dal lavoro una scarsa tutela dei diritti del contribuente tenuto conto che il contraddittorio, momento imprescindibile al fine di attribuire agli indizi la dignità di prove, costituisce una fase meramente eventuale e che l’accesso all’autorizzazione è posticipato alla notifica dell’avviso di accertamento. Rilevante sarebbe potuto essere il ruolo assunto dal Garante dei diritti del contribuente, figura istituita dall’articolo 13 della Legge n.212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente) che, così come previsto, non appare dotato di incisivi poteri. In effetti, oltre alle mere segnalazioni e alle raccomandazioni prive di una sicura efficacia, il Garante non appare particolarmente caratterizzato a garantire una efficace tutela del contribuente. In conclusione, i poteri del Garante andrebbero integrati poiché cosi’ come normativamente concepito, esso appare sguarnito di un reale potere di garantire e rimediare ai disservizi lamentati dai contribuenti. Molte sono le imprecisioni e le lacune normative emerse che rendono l’argomento de quo decisamente migliorabile da parte del legislatore
2003
COLLANA DI DIRITTO TRIBUTARIO DIRETTA DA LUIGI FERLAZZO NATOLI
8878201804
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/1601706
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