La ricerca mira a offrire un contributo per la soluzione dell’interrogativo se sia possibile individuare un sistema comune (se non generale) di limiti al potere delle forze politiche governanti in un ordinamento liberal-democratico. Il volume si compone di cinque capitoli, il primo dei quali dedicato alla ricostruzione delle coordinate concettuali di “opposizione” e “minoranze” parlamentari nell’ambito dello Stato costituzionale; il secondo è volto ad analizzare la disciplina positiva offerta dall’ordinamento costituzionale italiano all’opposizione e alle minoranze parlamentari, analisi completata nel successivo con l’analisi delle fonti sub-costituzionali. Nel quarto capitolo si approfondiscono le relazioni intercorrenti tra la dialettica oppositoria e la struttura pluralistica della società politica, anche nella prospettiva della riforma costituzionale. Infine, si analizzano gli organi e gli strumenti apprestati dall’ordinamento costituzionale italiano a tutela della opposizione e delle minoranze parlamentari. Le premesse dalle quali prende le mosse lo studio sono date dalla constatazione che, seppur ogni esperienza costituzionale costituisca un caso a sé, unico per le premesse storiche e culturali su cui si fonda, le moderne democrazie liberali si ancorano sempre su di una base di valori e principi, derivanti dall’umanesimo cattolico, liberale e socialdemocratico, largamente condivisi e per buona parte comuni. Se, dunque, vi è un comune denominatore di valori, anche i metodi dell’azione politica e di governo devono essere in qualche misura assimilabili, sicché ci si interroga sulla possibilità di individuare una base strutturale e organizzativa del potere politico di vertice consequenziale al sistema di valori accolta. La fissazione delle accennate premesse teoriche, circa il fondamento ed i limiti del fenomeno oppositorio, è condotta coevamente all’analisi di alcuni aspetti del sistema istituzionale italiano, per saggiarne la coerenza con il sistema di valori trasfuso nella Costituzione del 1947, quale, peraltro, si è andata inverando nell’esperienza politico-istituzionale successiva. La ricerca, analizzando, in particolare, gli istituti e le prassi registrate nell’esperienza parlamentare e di altre istituzioni costituzionali, non tenta, per espressa dichiarazione dell’Autore, di costruire un sistema di limiti al potere di autoorganizzazione del sistema politico e costituzionale che, alla resa dei fatti, apparirebbe ingenuo se non virtuale; piuttosto, prova ad offrire un contributo per l’individuazione di un modello del fenomeno oppositorio coerente con il sistema di valori accolto nella Costituzione repubblicana che riposi soprattutto in un modello metodologico e funzionale complesso, non limitato alla struttura delle istituzioni, ma necessariamente completato dal pluralismo (culturale, politico, economico) profondamente radicati nella società. Si ricostruisce, così, una chiave interpretativa dell’ordinamento costituzionale italiano, secondo la peculiare prospettiva di analisi offerta dal fenomeno della dialettica maggioranza-opposizione-minoranze, che suona come conferma del rilievo secondo cui le trasformazioni delle strutture organizzative costituzionali possono avvenire solo nei limiti della coerenza con il sistema di valori accolti e che, inevitabilmente, qualunque trasformazione organizzativa (spesso anche se formalmente di rango sub-costituzionale) altera il sistema di valori fondanti.

L'oscillazione del pendolo. Maggioranza e opposizioni nella democrazia costituzionale italiana

SAITTA, Antonio
2004-01-01

Abstract

La ricerca mira a offrire un contributo per la soluzione dell’interrogativo se sia possibile individuare un sistema comune (se non generale) di limiti al potere delle forze politiche governanti in un ordinamento liberal-democratico. Il volume si compone di cinque capitoli, il primo dei quali dedicato alla ricostruzione delle coordinate concettuali di “opposizione” e “minoranze” parlamentari nell’ambito dello Stato costituzionale; il secondo è volto ad analizzare la disciplina positiva offerta dall’ordinamento costituzionale italiano all’opposizione e alle minoranze parlamentari, analisi completata nel successivo con l’analisi delle fonti sub-costituzionali. Nel quarto capitolo si approfondiscono le relazioni intercorrenti tra la dialettica oppositoria e la struttura pluralistica della società politica, anche nella prospettiva della riforma costituzionale. Infine, si analizzano gli organi e gli strumenti apprestati dall’ordinamento costituzionale italiano a tutela della opposizione e delle minoranze parlamentari. Le premesse dalle quali prende le mosse lo studio sono date dalla constatazione che, seppur ogni esperienza costituzionale costituisca un caso a sé, unico per le premesse storiche e culturali su cui si fonda, le moderne democrazie liberali si ancorano sempre su di una base di valori e principi, derivanti dall’umanesimo cattolico, liberale e socialdemocratico, largamente condivisi e per buona parte comuni. Se, dunque, vi è un comune denominatore di valori, anche i metodi dell’azione politica e di governo devono essere in qualche misura assimilabili, sicché ci si interroga sulla possibilità di individuare una base strutturale e organizzativa del potere politico di vertice consequenziale al sistema di valori accolta. La fissazione delle accennate premesse teoriche, circa il fondamento ed i limiti del fenomeno oppositorio, è condotta coevamente all’analisi di alcuni aspetti del sistema istituzionale italiano, per saggiarne la coerenza con il sistema di valori trasfuso nella Costituzione del 1947, quale, peraltro, si è andata inverando nell’esperienza politico-istituzionale successiva. La ricerca, analizzando, in particolare, gli istituti e le prassi registrate nell’esperienza parlamentare e di altre istituzioni costituzionali, non tenta, per espressa dichiarazione dell’Autore, di costruire un sistema di limiti al potere di autoorganizzazione del sistema politico e costituzionale che, alla resa dei fatti, apparirebbe ingenuo se non virtuale; piuttosto, prova ad offrire un contributo per l’individuazione di un modello del fenomeno oppositorio coerente con il sistema di valori accolto nella Costituzione repubblicana che riposi soprattutto in un modello metodologico e funzionale complesso, non limitato alla struttura delle istituzioni, ma necessariamente completato dal pluralismo (culturale, politico, economico) profondamente radicati nella società. Si ricostruisce, così, una chiave interpretativa dell’ordinamento costituzionale italiano, secondo la peculiare prospettiva di analisi offerta dal fenomeno della dialettica maggioranza-opposizione-minoranze, che suona come conferma del rilievo secondo cui le trasformazioni delle strutture organizzative costituzionali possono avvenire solo nei limiti della coerenza con il sistema di valori accolti e che, inevitabilmente, qualunque trasformazione organizzativa (spesso anche se formalmente di rango sub-costituzionale) altera il sistema di valori fondanti.
2004
Pubblicazioni della Facoltà di giurisprudenza della Università di Messina
9788814115653
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