Tra i numerosi ritrovamenti effettuati sul territorio di Naxos si segnala in particolare un considerevole quantitativo di esemplari monetali bronzei di età romana e bizantina - per la maggior parte in un pessimo stato di conservazione - dalla contrada Maloprovvido, nell’area del santuario extra-urbano di età greca, di cui un gruppo (168) è riferibile ad un unico deposito di monete romano-imperiali, sicuramente rimaste in uso per un certo tempo considerato il grado di usura, mentre un altro più ristretto (otto) costituisce probabilmente un piccolo gruzzolo analogamente nascosto e non più recuperato. Nel ripostiglio maggiore si nota un addensamento intorno alla metà del IV sec. d.C. (emissioni per la maggior parte attribuibili a Costanzo II, altre di Valentiniano I, Valente, Graziano e Valentinianus II, imitazioni di “antoniniani” di Tetrico e alcune serie di Costantino I ed Arcadio, al quale appartiene la moneta più recente). Si segnalano anche alcune sopravvivenze più antiche (Domiziano e Nerva), fenomeno non inusuale per i ripostigli monetali basso-imperiali, poiché le vecchie monete “migliori” continuavano ad essere tesaurizzate per il loro valore in metallo. La composizione dell’altro piccolo ripostiglio monetale ricopre uno spazio temporale più ristretto da Claudio II deificato a Costanzo II. La consistente presenza di tondelli monetali molto consunti o di qualche pezzo frammentato ben si concorderebbe con l’ipotesi che nell’età tardo-antica fosse diffusa una circolazione di metallo a peso. I dati di circolazione riflessi da questi ritrovamenti coincidono per grandi linee con la situazione generale che si riscontra a Naxos e in tutta l’area siciliana in età tardo-romana, a riprova del fatto che dovrebbe trattarsi di tesoretti di emergenza, improvvisamente nascosti per qualche evento particolare, e non d’accumulo.
Un tesoretto monetale tardo-antico
PUGLISI, Mariangela
2001-01-01
Abstract
Tra i numerosi ritrovamenti effettuati sul territorio di Naxos si segnala in particolare un considerevole quantitativo di esemplari monetali bronzei di età romana e bizantina - per la maggior parte in un pessimo stato di conservazione - dalla contrada Maloprovvido, nell’area del santuario extra-urbano di età greca, di cui un gruppo (168) è riferibile ad un unico deposito di monete romano-imperiali, sicuramente rimaste in uso per un certo tempo considerato il grado di usura, mentre un altro più ristretto (otto) costituisce probabilmente un piccolo gruzzolo analogamente nascosto e non più recuperato. Nel ripostiglio maggiore si nota un addensamento intorno alla metà del IV sec. d.C. (emissioni per la maggior parte attribuibili a Costanzo II, altre di Valentiniano I, Valente, Graziano e Valentinianus II, imitazioni di “antoniniani” di Tetrico e alcune serie di Costantino I ed Arcadio, al quale appartiene la moneta più recente). Si segnalano anche alcune sopravvivenze più antiche (Domiziano e Nerva), fenomeno non inusuale per i ripostigli monetali basso-imperiali, poiché le vecchie monete “migliori” continuavano ad essere tesaurizzate per il loro valore in metallo. La composizione dell’altro piccolo ripostiglio monetale ricopre uno spazio temporale più ristretto da Claudio II deificato a Costanzo II. La consistente presenza di tondelli monetali molto consunti o di qualche pezzo frammentato ben si concorderebbe con l’ipotesi che nell’età tardo-antica fosse diffusa una circolazione di metallo a peso. I dati di circolazione riflessi da questi ritrovamenti coincidono per grandi linee con la situazione generale che si riscontra a Naxos e in tutta l’area siciliana in età tardo-romana, a riprova del fatto che dovrebbe trattarsi di tesoretti di emergenza, improvvisamente nascosti per qualche evento particolare, e non d’accumulo.Pubblicazioni consigliate
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