Il volume si propone di analizzare il fenomeno della tv satellitare italiana, in continua espansione dopo l’avvento di Sky, le cui innovazioni – riteniamo – autorizzano a individuare la nascita di un’era neo-satellitare, in contrapposizione al periodo del paleo-sat connotato dalla presenza di Tele+ e Stream. L’idea di partenza è un ribaltamento della prospettiva secondo cui la televisione free to air e la pay tv sono destinate a una pacifica convivenza, offrendo prodotti sostanzialmente complementari. A nostro giudizio, invece, i contenuti cominciano a rispecchiare in maniera sempre più evidente le diverse filosofie aziendali: quella della tv generalista – storicamente consolidata – in base alla quale il profitto nasce dalla “vendita” dell’audience agli inserzionisti pubblicitari, quella della tv satellitare i cui introiti sono legati principalmente alla vendita di programmi all’audience. Da tale concetto prende le mosse un inedito viaggio in quel palinsesto culturale costituito dalla “lista canali” di Sky, nel quale il telecomando rappresenta il nostro bastone-guida e in cui ogni capitolo del volume costituisce un frammento a sé stante, dedicato a una specifica argomentazione, grazie al quale viene poi composto il mosaico finale. Nei bouquet tematici, si riscopre il concetto di genere e si allontana sempre più il modello di flusso, finora comunemente sfruttato per illustrare le connotazioni della televisione italiana. In base all’analisi emerge un nuovo quadro, caratterizzato da ciò che abbiamo definito effetto strobe: contenuti ingabbiati e fruibili all’interno di sequenze rigidamente determinate, singolarmente distinguibili e allo stesso tempo incorporati in un unico linguaggio televisivo. Quella della luce stroboscopica ci appare una metafora ideale: un unico fascio, continuo ma contemporaneamente suddiviso in tanti lampi; una luce che pur eliminando il buio, non illumina pienamente. Eppure, con la sua dinamicità ipnotizza l’osservatore maggiormente rispetto alla staticità della luce proiettata da una lampada tradizionale e, inoltre, permette di “catturare” l’immagine di oggetti che si muovo velocemente rallentandone apparentemente il movimento. Dalla ricerca relativa ai canali dedicati allo sport, al cinema, ai bambini, all’informazione, ecc., emergono le caratteristiche peculiari dell’effetto strobe, il quale ruota soprattutto attorno ai concetti di immediatezza, ipermediazione e localizzazione. In conclusione, tv di flusso e strobe television appaiono così differenti da non potere prefigurare, almeno per il momento, una loro pacifica convivenza. L’ipo-ordinarietà della neotelevisione è fronteggiata dalla extra-ordinarietà del neo-sat e tutto ciò fa ipotizzare una dinamica sostitutiva nel campo dei consumi.

La rivoluzione satellitare. Come Sky ha cambiato la televisione italiana

CENTORRINO, Marco
2006-01-01

Abstract

Il volume si propone di analizzare il fenomeno della tv satellitare italiana, in continua espansione dopo l’avvento di Sky, le cui innovazioni – riteniamo – autorizzano a individuare la nascita di un’era neo-satellitare, in contrapposizione al periodo del paleo-sat connotato dalla presenza di Tele+ e Stream. L’idea di partenza è un ribaltamento della prospettiva secondo cui la televisione free to air e la pay tv sono destinate a una pacifica convivenza, offrendo prodotti sostanzialmente complementari. A nostro giudizio, invece, i contenuti cominciano a rispecchiare in maniera sempre più evidente le diverse filosofie aziendali: quella della tv generalista – storicamente consolidata – in base alla quale il profitto nasce dalla “vendita” dell’audience agli inserzionisti pubblicitari, quella della tv satellitare i cui introiti sono legati principalmente alla vendita di programmi all’audience. Da tale concetto prende le mosse un inedito viaggio in quel palinsesto culturale costituito dalla “lista canali” di Sky, nel quale il telecomando rappresenta il nostro bastone-guida e in cui ogni capitolo del volume costituisce un frammento a sé stante, dedicato a una specifica argomentazione, grazie al quale viene poi composto il mosaico finale. Nei bouquet tematici, si riscopre il concetto di genere e si allontana sempre più il modello di flusso, finora comunemente sfruttato per illustrare le connotazioni della televisione italiana. In base all’analisi emerge un nuovo quadro, caratterizzato da ciò che abbiamo definito effetto strobe: contenuti ingabbiati e fruibili all’interno di sequenze rigidamente determinate, singolarmente distinguibili e allo stesso tempo incorporati in un unico linguaggio televisivo. Quella della luce stroboscopica ci appare una metafora ideale: un unico fascio, continuo ma contemporaneamente suddiviso in tanti lampi; una luce che pur eliminando il buio, non illumina pienamente. Eppure, con la sua dinamicità ipnotizza l’osservatore maggiormente rispetto alla staticità della luce proiettata da una lampada tradizionale e, inoltre, permette di “catturare” l’immagine di oggetti che si muovo velocemente rallentandone apparentemente il movimento. Dalla ricerca relativa ai canali dedicati allo sport, al cinema, ai bambini, all’informazione, ecc., emergono le caratteristiche peculiari dell’effetto strobe, il quale ruota soprattutto attorno ai concetti di immediatezza, ipermediazione e localizzazione. In conclusione, tv di flusso e strobe television appaiono così differenti da non potere prefigurare, almeno per il momento, una loro pacifica convivenza. L’ipo-ordinarietà della neotelevisione è fronteggiata dalla extra-ordinarietà del neo-sat e tutto ciò fa ipotizzare una dinamica sostitutiva nel campo dei consumi.
2006
Scienze della Comunicazione
9788846484536
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