Il lavoro, di taglio monografico, analizza struttura e natura giuridica della causalità psichica, con particolare attenzione ai problemi probatori emergenti dalla prassi applicativa. La stessa espressione “causalità psichica” sembra contenere un’intima contraddizione, tale da indurre per il passato qualche studioso ad escluderla dalle vere e proprie dinamiche causali. Essa si riferisce, infatti, a un meccanismo causale del tutto “interno” alla psiche umana, come tale insuscettibile di accertamento mediante definiti criteri scientifici. La peculiare consistenza “inafferrabile” delle dinamiche di interazione personale (tra soggetti di norma autoresponsabili) si inserisce poi nei già complessi paradigmi di ricognizione della rilevanza causale (ma non necessariamente “condizionale”) del contributo di partecipazione del concorrente nell’altrui reato. Dopo un excursus delle opinioni che includono la causalità psichica nel novero delle relazioni causali, sul presupposto della plausibile riconducibilità statistica (anche) dei comportamenti umani a leggi “di copertura”, e di quelle che – per contro – negano che la causalità psichica possa riferirsi ad un’autentica relazione causale, l’opera si sofferma sui parametri di accertamento della causalità psicologica emergenti dalla giurisprudenza di legittimità. La disamina evidenzia i meccanismi di “contestualizzazione” del nesso causale individuati dai giudici. Da ciò emergono, da un lato, il diverso rilievo causale delle condotte di determinazione rispetto a quelle propriamente istigatorie; dall’altro, la possibilità di utilizzare validamente leggi “sociali” di copertura nel campo delle relazioni psichiche. Tali leggi dovranno valutare l’effettiva incidenza causale della condotta istigatoria sulla base di generali “griglie di comportamento”, deducendo – o, viceversa, escludendo – la relazione tra istigazione ed esecuzione del reato in base ai noti criteri di “elevata credibilità razionale” e “probabilità logica” identificati dalla fondamentale sentenza S.U. Franzese. Conclude l’indagine una sintetica panoramica delle fattispecie di parte speciale imperniate sul concetto di istigazione “pubblica” o “privata”, costruite in deroga – apparente o reale – all’art. 115 c.p.

La causalità psichica tra determinazione e partecipazione

RISICATO, Lucia
2007-01-01

Abstract

Il lavoro, di taglio monografico, analizza struttura e natura giuridica della causalità psichica, con particolare attenzione ai problemi probatori emergenti dalla prassi applicativa. La stessa espressione “causalità psichica” sembra contenere un’intima contraddizione, tale da indurre per il passato qualche studioso ad escluderla dalle vere e proprie dinamiche causali. Essa si riferisce, infatti, a un meccanismo causale del tutto “interno” alla psiche umana, come tale insuscettibile di accertamento mediante definiti criteri scientifici. La peculiare consistenza “inafferrabile” delle dinamiche di interazione personale (tra soggetti di norma autoresponsabili) si inserisce poi nei già complessi paradigmi di ricognizione della rilevanza causale (ma non necessariamente “condizionale”) del contributo di partecipazione del concorrente nell’altrui reato. Dopo un excursus delle opinioni che includono la causalità psichica nel novero delle relazioni causali, sul presupposto della plausibile riconducibilità statistica (anche) dei comportamenti umani a leggi “di copertura”, e di quelle che – per contro – negano che la causalità psichica possa riferirsi ad un’autentica relazione causale, l’opera si sofferma sui parametri di accertamento della causalità psicologica emergenti dalla giurisprudenza di legittimità. La disamina evidenzia i meccanismi di “contestualizzazione” del nesso causale individuati dai giudici. Da ciò emergono, da un lato, il diverso rilievo causale delle condotte di determinazione rispetto a quelle propriamente istigatorie; dall’altro, la possibilità di utilizzare validamente leggi “sociali” di copertura nel campo delle relazioni psichiche. Tali leggi dovranno valutare l’effettiva incidenza causale della condotta istigatoria sulla base di generali “griglie di comportamento”, deducendo – o, viceversa, escludendo – la relazione tra istigazione ed esecuzione del reato in base ai noti criteri di “elevata credibilità razionale” e “probabilità logica” identificati dalla fondamentale sentenza S.U. Franzese. Conclude l’indagine una sintetica panoramica delle fattispecie di parte speciale imperniate sul concetto di istigazione “pubblica” o “privata”, costruite in deroga – apparente o reale – all’art. 115 c.p.
2007
Itinerari di Diritto Penale
978-88-348-6675-7
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