Il lavoro ricostruisce la figura del toscano Alfredo Bartoli, professore e poeta attivo tra Malta e Locri nel primo cinquantennio del ‘900, attraverso la lettura di un libro autobiografico, rimasto incompiuto e affidato all’amico ed erede spirituale Giuseppe Morabito, anch’egli significativo esponente culturale dell’epoca: questi, pur non riuscendo a pubblicarlo, ne curò la redazione, aggiungendovi altri scritti dell’amico e corredandolo di una densa prefazione. A emergere, e a costituire il filo rosso di tutta la produzione del Bartoli e della sua stessa ideologia, è un forte senso della Latinitas e un ideale di Neoumanesimo, una fiducia, a tratti ingenua e astorica, nella continuità della tradizione classica nel mondo moderno, nella fiaccola raccolta dai poeti moderni in lingua latina (Pascoli anzitutto, Vitrioli, Bartoli stesso, Morabito), i novissimi, attraverso il filtro degli umanisti di Quattro e Cinquecento. Il latino, dal punto di vista linguistico e da quello letterario, il latino della scuola e quello della poesia, domina nelle riflessioni di Bartoli, che risulta così una figura significativamente rappresentativa della temperie culturale del primo ‘900 ed emblematica della ricezione, talora ‘monolitica’, ma comunque forte e sincera, del latino e del suo patrimonio poetico.
Un inedito libro 'autobiografico' di Alfredo Bartoli
DI STEFANO, Anita
2006-01-01
Abstract
Il lavoro ricostruisce la figura del toscano Alfredo Bartoli, professore e poeta attivo tra Malta e Locri nel primo cinquantennio del ‘900, attraverso la lettura di un libro autobiografico, rimasto incompiuto e affidato all’amico ed erede spirituale Giuseppe Morabito, anch’egli significativo esponente culturale dell’epoca: questi, pur non riuscendo a pubblicarlo, ne curò la redazione, aggiungendovi altri scritti dell’amico e corredandolo di una densa prefazione. A emergere, e a costituire il filo rosso di tutta la produzione del Bartoli e della sua stessa ideologia, è un forte senso della Latinitas e un ideale di Neoumanesimo, una fiducia, a tratti ingenua e astorica, nella continuità della tradizione classica nel mondo moderno, nella fiaccola raccolta dai poeti moderni in lingua latina (Pascoli anzitutto, Vitrioli, Bartoli stesso, Morabito), i novissimi, attraverso il filtro degli umanisti di Quattro e Cinquecento. Il latino, dal punto di vista linguistico e da quello letterario, il latino della scuola e quello della poesia, domina nelle riflessioni di Bartoli, che risulta così una figura significativamente rappresentativa della temperie culturale del primo ‘900 ed emblematica della ricezione, talora ‘monolitica’, ma comunque forte e sincera, del latino e del suo patrimonio poetico.Pubblicazioni consigliate
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