Questo volume studia l’idea della “trasposizione”, così come essa si manifesta in quelle enunciazioni teoriche della poetica antica che sembrano piú facilmente paragonabili al pensiero critico moderno. Nei primi due capitoli, la trasposizione è considerata dal punto di vista prevalentemente contenutistico del trasferimento di un certo motivo letterario da un’opera all’altra. Piú specificamente, il primo capitolo si sofferma su alcune premonizioni classiche dell’attuale problematica dell’intertestualità, additando nella famosa metafora platonica del magnete (la cosiddetta «pietra di Eraclea») un’efficace simbolizzazione della catena traspositiva che viene a stringere insieme una serie di opere attraversate da un’analoga “energia” creativa. Il secondo capitolo mostra come anche due poeti cronologicamente molto lontani, quali Callimaco ed Eugenio Montale, possano tuttavia affidare a una medesima immagine (quella delle “due vie”) la rappresentazione polemica del loro alternativo programma letterario. Nel terzo capitolo, l’idea della trasposizione è invece osservata dal punto di vista prevalentemente formale dei movimenti dello stile: in particolare, si tenta di mostrare come la teoria del “movimento del linguaggio”, elaborata per entro a certe attuali riflessioni sulla traduzione letteraria, possa trovare significative anticipazioni nell’antica prassi della riscrittura metafrastica dei testi ai fini della loro valutazione critica.

La Pietra di Eraclea. Tre saggi sulla poetica antica.

LOMBARDO, Giovanni
2006-01-01

Abstract

Questo volume studia l’idea della “trasposizione”, così come essa si manifesta in quelle enunciazioni teoriche della poetica antica che sembrano piú facilmente paragonabili al pensiero critico moderno. Nei primi due capitoli, la trasposizione è considerata dal punto di vista prevalentemente contenutistico del trasferimento di un certo motivo letterario da un’opera all’altra. Piú specificamente, il primo capitolo si sofferma su alcune premonizioni classiche dell’attuale problematica dell’intertestualità, additando nella famosa metafora platonica del magnete (la cosiddetta «pietra di Eraclea») un’efficace simbolizzazione della catena traspositiva che viene a stringere insieme una serie di opere attraversate da un’analoga “energia” creativa. Il secondo capitolo mostra come anche due poeti cronologicamente molto lontani, quali Callimaco ed Eugenio Montale, possano tuttavia affidare a una medesima immagine (quella delle “due vie”) la rappresentazione polemica del loro alternativo programma letterario. Nel terzo capitolo, l’idea della trasposizione è invece osservata dal punto di vista prevalentemente formale dei movimenti dello stile: in particolare, si tenta di mostrare come la teoria del “movimento del linguaggio”, elaborata per entro a certe attuali riflessioni sulla traduzione letteraria, possa trovare significative anticipazioni nell’antica prassi della riscrittura metafrastica dei testi ai fini della loro valutazione critica.
2006
Estetica e Critica
88-7462-144-2
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