Nietzsche e gli echi del corpo

L’aforisma di Nietzsche con cui si apre il testo indica efficacemente l’intento fondamentale dell’intero lavoro: condurre il lettore attraverso un percorso di ricerca sull’importanza del corpo nella filosofia nicciana. Si propone, con una prosa chiara ed avvolgente, una lettura ordinata dei principali testi del pensatore tedesco, da cui emerge chiaramente il ruolo centrale del corpo come novità per la filosofia occidentale. Secondo questa interpretazione Nietzsche è infatti il primo pensatore della nostra tradizione a dare una tale importanza al corpo, motivo per cui la sua filosofia si configura come rottura con una riflessione generalmente caratterizzata dalla censura e svalutazione dell’elemento fisico. Sin da Platone e Aristotele, fino al positivismo ottocentesco, passando per le teorie di Kant ed Hegel, il nostro modello epistemologico sarebbe caratterizzato, in linea con il contemporaneo pensiero della decostruzione, dall’idea di un sapere unico, scientifico ed universale, di un metodo a-priori, dal ruolo centrale di un Io- coscienza-ragione. Si tratta dunque di smascherare il carattere storico ed arbitrario di tale modello di sapere, attraverso un lavoro di scavo genealogico, per porre il filosofo, nella sua corporeità, al centro della scena filosofica. Come scrive lo stesso Nietzsche in Così parlo Zarathustra <<Corpo io sono in tutto e per tutto e null’altro, e anima non è altro che una parola per indicare qualcosa del corpo. Il corpo è una grande ragione, una pluralità con un solo senso, una guerra e una pace, un gregge e un pastore>>. La presente scrittura concorda con la maggior parte degli interpreti di Nietzsche che, da sempre, rilevano il ruolo fondamentale del corpo nei testi del filosofo, che potrebbe tra l’altro anche essere ricondotto al clima culturale della sua epoca e che di sicuro non basta a fare di lui un pensatore particolarmente originale.