Negli ultimi decenni, gli impianti endomidollari sono divenuti il trattamento maggiormente utilizzato in ambito clinico per la sintesi di gran parte delle fratture femorali. In particolare, il sistema S2™A/R introdotto di recente dalla Stryker® Trauma, è uno dei primi sistemi di sintesi endomidollari che può essere inserito sia con tecnica anterograda che retrograda. Tale caratteristica conferisce all’impianto una maggiore praticità di utilizzo, nonché una certa versatilità nella scelta della tipologia d’impianto da inserire, in funzione della lesione riscontrata. Il chiodo oggetto dello studio presenta caratteristiche geometrico-meccaniche totalmente differenti rispetto ai precedenti modelli utilizzati per la cura delle fratture diafisarie. Il presente studio nasce quindi dall’esigenza di conoscere ed analizzare con metodologie numeriche e sperimentali gli stati di sollecitazione (stress-shielding) indotti dal chiodo nel femore. I risultati ottenuti hanno consentito di evidenziare le zone critiche in cui si verificano pericolose concentrazioni di sollecitazione. Essi pertanto forniscono interessanti spunti al fine di una ottimizzazione dei criteri progettuali dei sistemi endomidollari utilizzati in ambito clinico per le fratture diafisarie del femore.
Analisi numerico-sperimentale degli effetti di stress shielding indotti da chiodi endomidollari, per la sintesi di fratture diafisiarie
FILARDI, VINCENZO;GUGLIELMINO, Eugenio;MONTANINI, Roberto;
2005-01-01
Abstract
Negli ultimi decenni, gli impianti endomidollari sono divenuti il trattamento maggiormente utilizzato in ambito clinico per la sintesi di gran parte delle fratture femorali. In particolare, il sistema S2™A/R introdotto di recente dalla Stryker® Trauma, è uno dei primi sistemi di sintesi endomidollari che può essere inserito sia con tecnica anterograda che retrograda. Tale caratteristica conferisce all’impianto una maggiore praticità di utilizzo, nonché una certa versatilità nella scelta della tipologia d’impianto da inserire, in funzione della lesione riscontrata. Il chiodo oggetto dello studio presenta caratteristiche geometrico-meccaniche totalmente differenti rispetto ai precedenti modelli utilizzati per la cura delle fratture diafisarie. Il presente studio nasce quindi dall’esigenza di conoscere ed analizzare con metodologie numeriche e sperimentali gli stati di sollecitazione (stress-shielding) indotti dal chiodo nel femore. I risultati ottenuti hanno consentito di evidenziare le zone critiche in cui si verificano pericolose concentrazioni di sollecitazione. Essi pertanto forniscono interessanti spunti al fine di una ottimizzazione dei criteri progettuali dei sistemi endomidollari utilizzati in ambito clinico per le fratture diafisarie del femore.Pubblicazioni consigliate
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