Il volume è articolato in quattro capitoli: essi rappresentano le tappe di un articolato e complesso percorso che dallo studio dei lessici tecnici settoriali greci e latini ha lanciato un ponte verso la imponente metaforizzazione dei Realien nell’ ermeneutica e nell’esegesi dei testi sacri e nella simbologia del potere. I primi due capitoli sono relativi all’intreccio realizzatosi nell’ambito dell’esegesi cristiana tra alcuni concetti teologici astratti e il fenomeno monetale, dal quale i primi traevano concretezza e visibilità. L’intreccio era motivato da una metafora di base, che raffigurava l’opificium Dei come l’attività di un monetiere, ed individuava nella battitura delle monete uno dei pochi processi di fabbricazione in serie dell’antichità. All’interno della macrometafora che faceva dunque dell’uomo la ‘moneta di Dio’ si sviluppa tutta una serie di metafore, che non solo dilatano l’implicazione del fenomeno monetale, ma addirittura in qualche caso, come quello della probatio e del rebaptismus, illuminano fenomeni tecnici (quale quello delle contromarche), non chiarito da nessuna altra fonte. Le implicazioni metaforiche si moltiplicano e portano a varie equivalenze: - battesimo = probatio dell’uomo/nummus - battesimo = character della moneta - paradiso = forziere di Dio, dove ritornano le anime/nummi - redenzione = atto di ri-acquisto (redemptio) - peccato = processo di usura dell’uomo/nummus - penitenza = atto di restauro della ‘forma’ impressa sul nummus, logorata (detrita) dall’uso. - simbologia del Christus mercator - simbologia del diavolo mercator - il costato di Cristo squarciato dalla lancia di Longino = un sacco di monete che piovono dalla croce per la nostra redenzione. Il terzo capitolo allarga il campo ad altri aspetti ed esamina la trasformazione dei Realien (monete, mantelli, bisacce, vasi) dal Nuovo Testamento ai commentatori, incrociando polemiche dottrinali, riattualizzazione catechetica, riscritture del look degli apostoli sullo status symbol dei filosofi cinici: a ridosso di un testo sacro che si offre a sempre più nuovi, arditi interventi di corrosione linguistica, i commenti svuotano progressivamente i Realien, mantenendo inalterato il significante ma piegando il significato, grazie alle acrobazie della retorica, fino ad inglobare concetti all’origine totalmente estranei. Il commento, nato come servizio al testo, partorisce di fatto, pur nella sua frammentarietà, un altro testo trasversale a puntate, la cui carica potenzialmente sovversiva dal punto di vista teologico si mimetizza all’ombra dell’autorevolezza del testo commentato, continuamente richiamato ma per essere ‘deviato’ e ‘tradito’, ridotto a puro involucro di punti di vista polemici ed attualizzanti. Il quarto capitolo, infine, è relativo alla accentuata simbolizzazione del mezzo di scambio nella sovrapposizione della figura del sovrano alla moneta e nell’impiego di una terminologia connotata da interferenze etiche e sacrali, frutto di raffinati meccanismi retorici rivolti ai fini pratici: la rivitalizzazione del commercio e dell’economia nell’impero ostrogoto viene realizzata pertanto non solo attraverso lo sfruttamento di nuove miniere e la ricerca di nuovo metallo prezioso, ma anche attraverso l’abile tessitura di trame linguistiche ed ideologiche, in cui il fenomeno monetale abbandona la funzione immediata e spicciola di mezzo di scambio per diventare invece il veicolo privilegiato di altri tipi di messaggi. Il libro si conslude con la seguente tesi: "Difficile dire cosa sia più vero, se le monete ritrovate nei tesoretti o l’ossessione mentale che ha fatto di questi oggetti un’idea centrale di riferimento del mondo antico, percorrendo testi e commenti, dando corpo all’astrattezza intellettuale, attraversando la teologia e la filosofia per spiegare con questi concetti tutto il bene e tutto il male del mondo". 6

Oggetti, linguaggio e pensiero nei commenti ai testi sacri e nella simbologia del potere

COLACE, Paola
2006-01-01

Abstract

Il volume è articolato in quattro capitoli: essi rappresentano le tappe di un articolato e complesso percorso che dallo studio dei lessici tecnici settoriali greci e latini ha lanciato un ponte verso la imponente metaforizzazione dei Realien nell’ ermeneutica e nell’esegesi dei testi sacri e nella simbologia del potere. I primi due capitoli sono relativi all’intreccio realizzatosi nell’ambito dell’esegesi cristiana tra alcuni concetti teologici astratti e il fenomeno monetale, dal quale i primi traevano concretezza e visibilità. L’intreccio era motivato da una metafora di base, che raffigurava l’opificium Dei come l’attività di un monetiere, ed individuava nella battitura delle monete uno dei pochi processi di fabbricazione in serie dell’antichità. All’interno della macrometafora che faceva dunque dell’uomo la ‘moneta di Dio’ si sviluppa tutta una serie di metafore, che non solo dilatano l’implicazione del fenomeno monetale, ma addirittura in qualche caso, come quello della probatio e del rebaptismus, illuminano fenomeni tecnici (quale quello delle contromarche), non chiarito da nessuna altra fonte. Le implicazioni metaforiche si moltiplicano e portano a varie equivalenze: - battesimo = probatio dell’uomo/nummus - battesimo = character della moneta - paradiso = forziere di Dio, dove ritornano le anime/nummi - redenzione = atto di ri-acquisto (redemptio) - peccato = processo di usura dell’uomo/nummus - penitenza = atto di restauro della ‘forma’ impressa sul nummus, logorata (detrita) dall’uso. - simbologia del Christus mercator - simbologia del diavolo mercator - il costato di Cristo squarciato dalla lancia di Longino = un sacco di monete che piovono dalla croce per la nostra redenzione. Il terzo capitolo allarga il campo ad altri aspetti ed esamina la trasformazione dei Realien (monete, mantelli, bisacce, vasi) dal Nuovo Testamento ai commentatori, incrociando polemiche dottrinali, riattualizzazione catechetica, riscritture del look degli apostoli sullo status symbol dei filosofi cinici: a ridosso di un testo sacro che si offre a sempre più nuovi, arditi interventi di corrosione linguistica, i commenti svuotano progressivamente i Realien, mantenendo inalterato il significante ma piegando il significato, grazie alle acrobazie della retorica, fino ad inglobare concetti all’origine totalmente estranei. Il commento, nato come servizio al testo, partorisce di fatto, pur nella sua frammentarietà, un altro testo trasversale a puntate, la cui carica potenzialmente sovversiva dal punto di vista teologico si mimetizza all’ombra dell’autorevolezza del testo commentato, continuamente richiamato ma per essere ‘deviato’ e ‘tradito’, ridotto a puro involucro di punti di vista polemici ed attualizzanti. Il quarto capitolo, infine, è relativo alla accentuata simbolizzazione del mezzo di scambio nella sovrapposizione della figura del sovrano alla moneta e nell’impiego di una terminologia connotata da interferenze etiche e sacrali, frutto di raffinati meccanismi retorici rivolti ai fini pratici: la rivitalizzazione del commercio e dell’economia nell’impero ostrogoto viene realizzata pertanto non solo attraverso lo sfruttamento di nuove miniere e la ricerca di nuovo metallo prezioso, ma anche attraverso l’abile tessitura di trame linguistiche ed ideologiche, in cui il fenomeno monetale abbandona la funzione immediata e spicciola di mezzo di scambio per diventare invece il veicolo privilegiato di altri tipi di messaggi. Il libro si conslude con la seguente tesi: "Difficile dire cosa sia più vero, se le monete ritrovate nei tesoretti o l’ossessione mentale che ha fatto di questi oggetti un’idea centrale di riferimento del mondo antico, percorrendo testi e commenti, dando corpo all’astrattezza intellettuale, attraversando la teologia e la filosofia per spiegare con questi concetti tutto il bene e tutto il male del mondo". 6
2006
Lessico & Cultura
8878202517
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