Fautore della critica come dialogo (di ascendenza machiavelliana) tra testo e lettore, col supporto della filologia e della storia, contro le suggestioni dell’Ermeneutica “anarchica” (di Jauss, Rorty, Fish), con un occhio semmai ai Limiti dell’interpretazione di Eco, Giuseppe Rando ricostruisce, nella prima delle quattro sezioni del libro, il dialogo intertestuale tra l’autore implicito di Decameron, IV, 5 e quello di Sul Bosforo d’Italia, 1, che si rivelano ugualmente reticenti e diversamente motivati a raccontare una storia di amore e morte; documenta, nella seconda sezione, l’adesione di Giuseppe Parini alla poetica del Sublime e la diversa posizione di Parini e Alfieri rispetto all’identità nazionale; discute, nella terza sezione, aspetti fondamentali della cultura e della poetica leopardiana, con puntuali e inediti riferimenti, in ispecie, alla rivendicata «mutabilità» del Contino e alla sua non dilettantesca conoscenza della Pedagogia, nonché agli abbozzi di opere contestuali all’elaborazione dell’Infinito; illustra, nella quarta parte, il percorso di transcodifica seguito da Luigi Pirandello dalle novelle matrici al Giuoco delle parti e a L’amica delle mogli, pervenendo a conclusioni sorprendenti.
La personalità del testo. Saggi su Parini, Leopardi, Boner, Pirandello
RANDO, Giuseppe
2006-01-01
Abstract
Fautore della critica come dialogo (di ascendenza machiavelliana) tra testo e lettore, col supporto della filologia e della storia, contro le suggestioni dell’Ermeneutica “anarchica” (di Jauss, Rorty, Fish), con un occhio semmai ai Limiti dell’interpretazione di Eco, Giuseppe Rando ricostruisce, nella prima delle quattro sezioni del libro, il dialogo intertestuale tra l’autore implicito di Decameron, IV, 5 e quello di Sul Bosforo d’Italia, 1, che si rivelano ugualmente reticenti e diversamente motivati a raccontare una storia di amore e morte; documenta, nella seconda sezione, l’adesione di Giuseppe Parini alla poetica del Sublime e la diversa posizione di Parini e Alfieri rispetto all’identità nazionale; discute, nella terza sezione, aspetti fondamentali della cultura e della poetica leopardiana, con puntuali e inediti riferimenti, in ispecie, alla rivendicata «mutabilità» del Contino e alla sua non dilettantesca conoscenza della Pedagogia, nonché agli abbozzi di opere contestuali all’elaborazione dell’Infinito; illustra, nella quarta parte, il percorso di transcodifica seguito da Luigi Pirandello dalle novelle matrici al Giuoco delle parti e a L’amica delle mogli, pervenendo a conclusioni sorprendenti.Pubblicazioni consigliate
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