Nella monografia si affronta un territorio di ricerca poco frequentato dagli studi umanistici: la formazione delle raccolte epigrafiche tra Quattro e Cinquecento. Essa propone due spaccati culturali di ambiente romano storicamente contestualizzati in stagioni profondamente diverse del secondo Quattrocento: il primo riguarda un ritrovamento, quello dell’autografo della ‘perduta’ silloge epigrafica di iscrizioni romane composta nel 1465 da un corrispondente del Poliziano, il curiale Timoteo Balbani; di questa, fortunosamente riemersa tra i manoscritti del Fondo Martelli della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, si offre una prima edizione. Per molte delle 186 iscrizioni delle quali è latore, il codice laurenziano costituisce il primo testimone quattrocentesco, per altre restituisce ubicazioni sconosciute contenenti preziosi toponimi, ma tramanda anche 14 testi epigrafici finora ignoti, che dovranno confluire nel supplemento al vol. VI del Corpus Inscriptionum Latinarum. Il secondo quadro concerne invece la storia della formazione della raccolta di iscrizioni di Pietro Sabino, la cui escussione ha permesso di individuare, all’interno dei cinque testimoni manoscritti che la tramandano, un vero e proprio iter redazionale. Di entrambi gli umanisti, Balbani e Sabino, viene inoltre, per la prima volta, concretamente ricostruito il profilo culturale, superando quella frattura artificiosamente interposta tra epigrafia e studi storico-letterari per cui l’indagine quattrocentesca sui marmora è divenuta patrimonio esclusivo di studi settoriali: è stato dunque possibile riportare alla luce frammenti perduti e leggerli come espressione di una ricerca antiquaria che nell’Umanesimo visse in totale osmosi con la filologia e la letteratura umanistica. Nell’ancora incerto panorama di studi sulle raccolte di iscrizioni, l’intento, attraverso l’indagine nelle tradizioni manoscritte e l’inviduazione dei copisti, è stato quello di chiarire genesi, fasi e criteri di allestimento di due delle più importanti sillogi epigrafiche di età umanistica. Il volume è corredato di numerose tavole che illustrano la trasmissione manoscritta delle sillogi e documentano le nuove identificazioni proposte nel testo.

Epigrafia umanistica a Roma

GIONTA, Daniela
2005-01-01

Abstract

Nella monografia si affronta un territorio di ricerca poco frequentato dagli studi umanistici: la formazione delle raccolte epigrafiche tra Quattro e Cinquecento. Essa propone due spaccati culturali di ambiente romano storicamente contestualizzati in stagioni profondamente diverse del secondo Quattrocento: il primo riguarda un ritrovamento, quello dell’autografo della ‘perduta’ silloge epigrafica di iscrizioni romane composta nel 1465 da un corrispondente del Poliziano, il curiale Timoteo Balbani; di questa, fortunosamente riemersa tra i manoscritti del Fondo Martelli della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, si offre una prima edizione. Per molte delle 186 iscrizioni delle quali è latore, il codice laurenziano costituisce il primo testimone quattrocentesco, per altre restituisce ubicazioni sconosciute contenenti preziosi toponimi, ma tramanda anche 14 testi epigrafici finora ignoti, che dovranno confluire nel supplemento al vol. VI del Corpus Inscriptionum Latinarum. Il secondo quadro concerne invece la storia della formazione della raccolta di iscrizioni di Pietro Sabino, la cui escussione ha permesso di individuare, all’interno dei cinque testimoni manoscritti che la tramandano, un vero e proprio iter redazionale. Di entrambi gli umanisti, Balbani e Sabino, viene inoltre, per la prima volta, concretamente ricostruito il profilo culturale, superando quella frattura artificiosamente interposta tra epigrafia e studi storico-letterari per cui l’indagine quattrocentesca sui marmora è divenuta patrimonio esclusivo di studi settoriali: è stato dunque possibile riportare alla luce frammenti perduti e leggerli come espressione di una ricerca antiquaria che nell’Umanesimo visse in totale osmosi con la filologia e la letteratura umanistica. Nell’ancora incerto panorama di studi sulle raccolte di iscrizioni, l’intento, attraverso l’indagine nelle tradizioni manoscritte e l’inviduazione dei copisti, è stato quello di chiarire genesi, fasi e criteri di allestimento di due delle più importanti sillogi epigrafiche di età umanistica. Il volume è corredato di numerose tavole che illustrano la trasmissione manoscritta delle sillogi e documentano le nuove identificazioni proposte nel testo.
2005
Percorsi dei Classici
9788887541267
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