Il contributo intende offrire spunti di riflessione in merito alla problematica delle società uni personali con particolare riferimento ai rapporti tra l’unico socio e la persona giuridica, in un quadro di necessario contemperamento tra posizioni confliggenti e tutela dei terzi. L’importante innovazione introdotta sul piano societario non può non essere corredata da adeguate garanzie a tutela dei creditori sociali. A questo proposito l’ analisi della normativa in tema di Srl unipersonali e di Spa unipersonali, sposta l’accento sul dato dinamico dell’esercizio dell’impresa, non più in forma individuale, ma societaria, di cui anche l’imprenditore singolo si può avvalere per limitare la propria responsabilità contrattuale, in deroga al brocardo tradizionale duo faciunt societas. A tal proposito l’intervento rileva come l’unilateralità metta in gioco potenziali ipotesi di conflitto tra la persona giuridica ed il suo fondatore, nel caso in cui lo stesso rivesta altresì il ruolo di rappresentante legale. La tematica coinvolge profili teorico generali che richiamano le elaborazioni Pugliattiane in tema di rapporto giuridico unisoggettivo, tradizionalmente inquadrato come fenomeno transitorio; impostazione che postula necessarie rivisitazioni alla luce delle nuove previsioni legislative e delle moderne logiche societarie. Il problema reale che pongono le società unipersonali, non attiene tanto al profilo strutturale della possibile unisoggettività del rapporto, ma alle potenzialità abusive cui si presta lo schema unipersonale, per la congenita mancanza o insufficienza di controlli e di dialettica interna. Il fenomeno di riferimento è il conflitto di interessi, che si pone in tutte le ipotesi in cui un soggetto curi un interesse alieno in virtù di un ufficio (di diritto privato); conflitto, tuttavia, affrontato e risolto dall’art. 2362 c.c., che inserisce nell’ordinamento una disciplina volta a tutelare chiaramente il ceto creditorio, ponendo l’accento sulla responsabilità degli amministratori interessati e sulle conseguenze di atti di amministrazione presi in evidente contrasto con la nuova disciplina di controllo.

L'abuso di rappresentanza nelle società unipersonali e la teoria del rapporto giuridico unisoggettivo

TOMMASINI, Raffaele
2007-01-01

Abstract

Il contributo intende offrire spunti di riflessione in merito alla problematica delle società uni personali con particolare riferimento ai rapporti tra l’unico socio e la persona giuridica, in un quadro di necessario contemperamento tra posizioni confliggenti e tutela dei terzi. L’importante innovazione introdotta sul piano societario non può non essere corredata da adeguate garanzie a tutela dei creditori sociali. A questo proposito l’ analisi della normativa in tema di Srl unipersonali e di Spa unipersonali, sposta l’accento sul dato dinamico dell’esercizio dell’impresa, non più in forma individuale, ma societaria, di cui anche l’imprenditore singolo si può avvalere per limitare la propria responsabilità contrattuale, in deroga al brocardo tradizionale duo faciunt societas. A tal proposito l’intervento rileva come l’unilateralità metta in gioco potenziali ipotesi di conflitto tra la persona giuridica ed il suo fondatore, nel caso in cui lo stesso rivesta altresì il ruolo di rappresentante legale. La tematica coinvolge profili teorico generali che richiamano le elaborazioni Pugliattiane in tema di rapporto giuridico unisoggettivo, tradizionalmente inquadrato come fenomeno transitorio; impostazione che postula necessarie rivisitazioni alla luce delle nuove previsioni legislative e delle moderne logiche societarie. Il problema reale che pongono le società unipersonali, non attiene tanto al profilo strutturale della possibile unisoggettività del rapporto, ma alle potenzialità abusive cui si presta lo schema unipersonale, per la congenita mancanza o insufficienza di controlli e di dialettica interna. Il fenomeno di riferimento è il conflitto di interessi, che si pone in tutte le ipotesi in cui un soggetto curi un interesse alieno in virtù di un ufficio (di diritto privato); conflitto, tuttavia, affrontato e risolto dall’art. 2362 c.c., che inserisce nell’ordinamento una disciplina volta a tutelare chiaramente il ceto creditorio, ponendo l’accento sulla responsabilità degli amministratori interessati e sulle conseguenze di atti di amministrazione presi in evidente contrasto con la nuova disciplina di controllo.
2007
9788814136306
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