Gli elementi costitutivi della persona, la loro mancata e/o inadeguata maturazione, così come la loro assenza e/o il loro difetto di funzionalità, con tutta la loro incidenza nell’esprimersi di variegate forme di disagio (emotivo, affettivo, relazionale, culturale) e/o di disabilità, contribuiscono a definirne la diversità (o meglio la differenza) ma non sminuiscono il valore irrinunciabile dell’identità personale. L’essere diversi o “difformi dalla norma” è, dunque, ciò che accomuna tutti gli individui umani. La diversità non separa ma unisce perché, attraverso il confronto, permette scelte di condivisione, facilita l’espandersi delle conoscenze, promuove la sperimentazione della complessità delle esperienze. Ed è proprio la diversità, intesa come risorsa e non come condizione discriminante, a rappresentare l’elemento propulsivo che induce a considerare il soggetto “problema”, soprattutto se è tale per effetto di disabilità, nella sua identità personale. Una identità che ha valore per sé e che va sostenuta nel complesso processo della sua maturazione e della sua affermazione nel variegato sistema dell’organizzazione sociale. Il che giustifica l’assunzione, per il sociale, di tutte le responsabilità connesse alla sua educazione, coinvolgendo la scuola, innanzi tutto, e il complesso apparato dei “servizi”, incluso quello economico e produttivo, in un progetto unitario e condiviso d’intervento (Progetto di vita), sul cui esito positivo dovrà investire ogni possibile suo potenziale d’intervento”. È, questo, il quadro concettuale che fa da sfondo al presente volume, che ha l’obiettivo di declinare il senso e la portata dell’attuale stato della rappresentazione sociale della persona che esprime “bisogni speciali” e delle correlate politiche d'intervento soprattutto in ambito scolastico.

I bisogni speciali nella società della complessità. Comportamenti a rischio e risposte formative

CURATOLA, Annamaria
2008-01-01

Abstract

Gli elementi costitutivi della persona, la loro mancata e/o inadeguata maturazione, così come la loro assenza e/o il loro difetto di funzionalità, con tutta la loro incidenza nell’esprimersi di variegate forme di disagio (emotivo, affettivo, relazionale, culturale) e/o di disabilità, contribuiscono a definirne la diversità (o meglio la differenza) ma non sminuiscono il valore irrinunciabile dell’identità personale. L’essere diversi o “difformi dalla norma” è, dunque, ciò che accomuna tutti gli individui umani. La diversità non separa ma unisce perché, attraverso il confronto, permette scelte di condivisione, facilita l’espandersi delle conoscenze, promuove la sperimentazione della complessità delle esperienze. Ed è proprio la diversità, intesa come risorsa e non come condizione discriminante, a rappresentare l’elemento propulsivo che induce a considerare il soggetto “problema”, soprattutto se è tale per effetto di disabilità, nella sua identità personale. Una identità che ha valore per sé e che va sostenuta nel complesso processo della sua maturazione e della sua affermazione nel variegato sistema dell’organizzazione sociale. Il che giustifica l’assunzione, per il sociale, di tutte le responsabilità connesse alla sua educazione, coinvolgendo la scuola, innanzi tutto, e il complesso apparato dei “servizi”, incluso quello economico e produttivo, in un progetto unitario e condiviso d’intervento (Progetto di vita), sul cui esito positivo dovrà investire ogni possibile suo potenziale d’intervento”. È, questo, il quadro concettuale che fa da sfondo al presente volume, che ha l’obiettivo di declinare il senso e la portata dell’attuale stato della rappresentazione sociale della persona che esprime “bisogni speciali” e delle correlate politiche d'intervento soprattutto in ambito scolastico.
2008
APPRENDERE E PROGETTARE. DIVERSITA' E INTEGRAZIONE
9788873464921
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