Prima edizione critica moderna completa del De viris illustribus universale di Francesco Petrarca, dodici ritratti di personaggi dei primordi, da Adamo a Ercole, preceduti da una Prefatio, che nel progetto incompiuto dell’autore dovevano saldarsi organicamente con la sezione del De viris illustribus ‘romano’. L’edizione è accompagnata da traduzione italiana, ampio studio introduttivo e commento analitico, che tocca tutti i livelli del testo, da quello storico-culturale a quello linguistico, senza trascurare la fitta trama dei rimandi intertestuali. La ricostruzione filologica, discussa nella Nota al testo, si estende alla valutazione della tradizione complessiva dell’opera, chiarificando in particolare i rapporti tra i codici Lm (Par. lat. 6069F portatore della sezione romana) e Pi (Par. lat. 6069I, che tramanda entrambe le sezioni); il testo propone sostanziali restauri a livello ecdotico rispetto all’ed. parziale allestita da Pierre de Nolhac (1890) e Guido Martellotti (1949, per le sole vite di Giacobbe e Giuseppe non edite da Nolhac). L’apparato registra tutte le fonti esplicite e implicite, fornendo una radiografia sistematica della presenza latente della cultura biblica e patristica. L’introduzione (pp. IX-CCXXIX) restituisce nuova centralità, nella biografia culturale del Petrarca, a quello che era sinora considerato un mero abbozzo redazionale. Lo scavo nei tempi di elaborazione dell’opera e la nuova datazione agli anni milanesi (1353-56) consentono di individuare in essa il punto di svolta verso una concezione storiografica collegata alla fase della riflessione morale della maturità, nella quale acquista decisivo impatto sul piano strutturale e ideologico il modello agostiniano. Viene così dissezionato il nuovo laboratorio storiografico petrarchesco, di cui si porta alla luce codice, metodologia e strumentazione, nonché la codifica di un nuovo canone di ‘illustre’, di stampo cristiano, che giustifica la valenza storiografica delle biografie universali. Attenzione specifica è rivolta anche agli aspetti formali della scrittura narrativa, di cui si analizza la tensione sperimentale e la forte impronta dell’agostinismo stilistico, per la prima volta recuperato secondo una concreta consistenza critica. Un capitolo viene infine dedicato ai rapporti con Boccaccio: ne emergono i diversi modelli di costruzione della biografia e una più precisa definizione dei termini della conoscenza del De viris petrarchesco da parte del Certaldese. Una ricca serie di indici consente adeguate chiavi di accesso alla messe dei materiali movimentati dal volume.

Petrarca, De viris illustribus. Adam-Hercules

MALTA, Caterina
2008-01-01

Abstract

Prima edizione critica moderna completa del De viris illustribus universale di Francesco Petrarca, dodici ritratti di personaggi dei primordi, da Adamo a Ercole, preceduti da una Prefatio, che nel progetto incompiuto dell’autore dovevano saldarsi organicamente con la sezione del De viris illustribus ‘romano’. L’edizione è accompagnata da traduzione italiana, ampio studio introduttivo e commento analitico, che tocca tutti i livelli del testo, da quello storico-culturale a quello linguistico, senza trascurare la fitta trama dei rimandi intertestuali. La ricostruzione filologica, discussa nella Nota al testo, si estende alla valutazione della tradizione complessiva dell’opera, chiarificando in particolare i rapporti tra i codici Lm (Par. lat. 6069F portatore della sezione romana) e Pi (Par. lat. 6069I, che tramanda entrambe le sezioni); il testo propone sostanziali restauri a livello ecdotico rispetto all’ed. parziale allestita da Pierre de Nolhac (1890) e Guido Martellotti (1949, per le sole vite di Giacobbe e Giuseppe non edite da Nolhac). L’apparato registra tutte le fonti esplicite e implicite, fornendo una radiografia sistematica della presenza latente della cultura biblica e patristica. L’introduzione (pp. IX-CCXXIX) restituisce nuova centralità, nella biografia culturale del Petrarca, a quello che era sinora considerato un mero abbozzo redazionale. Lo scavo nei tempi di elaborazione dell’opera e la nuova datazione agli anni milanesi (1353-56) consentono di individuare in essa il punto di svolta verso una concezione storiografica collegata alla fase della riflessione morale della maturità, nella quale acquista decisivo impatto sul piano strutturale e ideologico il modello agostiniano. Viene così dissezionato il nuovo laboratorio storiografico petrarchesco, di cui si porta alla luce codice, metodologia e strumentazione, nonché la codifica di un nuovo canone di ‘illustre’, di stampo cristiano, che giustifica la valenza storiografica delle biografie universali. Attenzione specifica è rivolta anche agli aspetti formali della scrittura narrativa, di cui si analizza la tensione sperimentale e la forte impronta dell’agostinismo stilistico, per la prima volta recuperato secondo una concreta consistenza critica. Un capitolo viene infine dedicato ai rapporti con Boccaccio: ne emergono i diversi modelli di costruzione della biografia e una più precisa definizione dei termini della conoscenza del De viris petrarchesco da parte del Certaldese. Una ricca serie di indici consente adeguate chiavi di accesso alla messe dei materiali movimentati dal volume.
2008
Peculiares
9788887541373
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