Conoscere i media significa anche aver chiara l’idea che è possibile spegnerli ed accenderli al momento giusto. Questo libro svela alcuni dei pregiudizi che, fin dal primo apparire dei mezzi di comunicazione di massa sulla ribalta sociale, hanno costruito l’immagine degli spettatori mediali come consumatori fragili di messaggi potenti e seduttivi. L’autrice decide di non condannare le tecnologie della comunicazione, non sceglie, però, di celebrarle, piuttosto studia la forza dei testi mediali e le vie diverse in cui donne e bambini creano significati e piaceri su questi testi. Mette in discussione l’ostilità nei confronti dei messaggi mediali e la diffidenza verso le categorie di pubblico generalmente considerate deboli; descrive la trasformazione delle pratiche di visione non solo in relazione al mutamento delle strategie di creazione dei testi, ma anche dei discorsi che nei differenti momenti storici hanno dipinto i bambini e le donne come fruitori mediali. Scorge, poi, quanto sempre più sfumate siano le distinzioni tra i differenti “segmenti di audience”. Dubai, Disneyland e Sex and the city diventano in questo volume esempi di fiabe contemporanee che affascinano in eguale maniera bambini, uomini e donne consapevoli della fantasia narrativa che vivono come un gioco. Racconti che sostituiscono i miti e le favole di un tempo arricchendo l’immaginario di ogni spettatore. I pubblici che Antonia Cava racconta attraverso le sue ricerche empiriche non sono né prigionieri delle strategie testuali né sovrani assoluti dei processi interpretativi, ma traduttori che riconducono i sensi testuali nei recinti dei propri processi di significazione.
Da Disneyland a Sex and the City. Un'analisi dei pregiudizi sui pubblici dei media.
CAVA, ANTONIA
2010-01-01
Abstract
Conoscere i media significa anche aver chiara l’idea che è possibile spegnerli ed accenderli al momento giusto. Questo libro svela alcuni dei pregiudizi che, fin dal primo apparire dei mezzi di comunicazione di massa sulla ribalta sociale, hanno costruito l’immagine degli spettatori mediali come consumatori fragili di messaggi potenti e seduttivi. L’autrice decide di non condannare le tecnologie della comunicazione, non sceglie, però, di celebrarle, piuttosto studia la forza dei testi mediali e le vie diverse in cui donne e bambini creano significati e piaceri su questi testi. Mette in discussione l’ostilità nei confronti dei messaggi mediali e la diffidenza verso le categorie di pubblico generalmente considerate deboli; descrive la trasformazione delle pratiche di visione non solo in relazione al mutamento delle strategie di creazione dei testi, ma anche dei discorsi che nei differenti momenti storici hanno dipinto i bambini e le donne come fruitori mediali. Scorge, poi, quanto sempre più sfumate siano le distinzioni tra i differenti “segmenti di audience”. Dubai, Disneyland e Sex and the city diventano in questo volume esempi di fiabe contemporanee che affascinano in eguale maniera bambini, uomini e donne consapevoli della fantasia narrativa che vivono come un gioco. Racconti che sostituiscono i miti e le favole di un tempo arricchendo l’immaginario di ogni spettatore. I pubblici che Antonia Cava racconta attraverso le sue ricerche empiriche non sono né prigionieri delle strategie testuali né sovrani assoluti dei processi interpretativi, ma traduttori che riconducono i sensi testuali nei recinti dei propri processi di significazione.Pubblicazioni consigliate
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