L’evoluzione e la crescente complessità dell’ordinamento comunitario produce conseguenze rilevanti non solo sulla quantità ma anche sulla qualità delle norme comunitarie e sulle tecniche utilizzate per il loro recepimento negli ordinamenti nazionali. Di ciò si ha oggi maggiore consapevolezza grazie anche alla maggiore attenzione dedicata dagli studiosi del policy making comunitario al tema della qualità della normazione comunitaria derivata e più in generale della normazione prodotta dal complesso dei diversi livelli di produzione normativa (dell’Unione Europea, dello Stato, delle Regioni); ma anche sulle implicazioni di natura procedimentale connesse alla partecipazione delle pubbliche amministrazioni nazionali e delle entità sub-statali, espressione di diversi livelli di governo, al processo di integrazione. Il modello di attuazione tradizionale delle norme e delle politiche comunitarie – ispirato, com’è noto, dal rapporto di separazione tra ordinamenti (comunitario e nazionali) - è quello della esecuzione indiretta. Di esso continua a ritrovarsi traccia anche nel progetto di Costituzione: “l’esecuzione indiretta” del diritto di fonte europea è quindi presumibilmente destinato a sopravvivere alle modifiche istituzionali prefigurate nei lavori della Convenzione europea e la sua permanenza, quale modello ed, ad un tempo, strumento di integrazione implica che – in linea di massima ed anche in futuro – ove la Comunità proceda ad attuare nel tempo ulteriori misure di ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative vigenti negli Stati membri, saranno comunque questi ultimi a dover dare esecuzione normativa ed amministrativa ad esse nell’ambito dei propri ordinamenti. Le pubbliche amministrazioni sono quindi destinate ad operare, anche in presenza di un diverso assetto istituzionale così come è stato disegnato nei lavori della Convenzione europea, quali uffici di attuazione decentrata del diritto comunitario, restando soggette in tal guisa all’obbligo di attuazione, oltre che delle disposizioni di diritto amministrativo interno, anche di quelle comunitarie.
Le amministrazioni nazionali nel processo di formazione ed attuazione del diritto comunitario
ASTONE, Francesco
2004-01-01
Abstract
L’evoluzione e la crescente complessità dell’ordinamento comunitario produce conseguenze rilevanti non solo sulla quantità ma anche sulla qualità delle norme comunitarie e sulle tecniche utilizzate per il loro recepimento negli ordinamenti nazionali. Di ciò si ha oggi maggiore consapevolezza grazie anche alla maggiore attenzione dedicata dagli studiosi del policy making comunitario al tema della qualità della normazione comunitaria derivata e più in generale della normazione prodotta dal complesso dei diversi livelli di produzione normativa (dell’Unione Europea, dello Stato, delle Regioni); ma anche sulle implicazioni di natura procedimentale connesse alla partecipazione delle pubbliche amministrazioni nazionali e delle entità sub-statali, espressione di diversi livelli di governo, al processo di integrazione. Il modello di attuazione tradizionale delle norme e delle politiche comunitarie – ispirato, com’è noto, dal rapporto di separazione tra ordinamenti (comunitario e nazionali) - è quello della esecuzione indiretta. Di esso continua a ritrovarsi traccia anche nel progetto di Costituzione: “l’esecuzione indiretta” del diritto di fonte europea è quindi presumibilmente destinato a sopravvivere alle modifiche istituzionali prefigurate nei lavori della Convenzione europea e la sua permanenza, quale modello ed, ad un tempo, strumento di integrazione implica che – in linea di massima ed anche in futuro – ove la Comunità proceda ad attuare nel tempo ulteriori misure di ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative vigenti negli Stati membri, saranno comunque questi ultimi a dover dare esecuzione normativa ed amministrativa ad esse nell’ambito dei propri ordinamenti. Le pubbliche amministrazioni sono quindi destinate ad operare, anche in presenza di un diverso assetto istituzionale così come è stato disegnato nei lavori della Convenzione europea, quali uffici di attuazione decentrata del diritto comunitario, restando soggette in tal guisa all’obbligo di attuazione, oltre che delle disposizioni di diritto amministrativo interno, anche di quelle comunitarie.Pubblicazioni consigliate
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