Abstract: Il lavoro trova la sua giustificazione nell’adesione al tema “I luoghi e le forme dei mestieri e della produzione nelle province africane” -proposto dal Comitato Scientifico del Centro di Studi interdisciplinari sulle Province Romane dell’Università degli Studi di Sassari, in occasione del XVIII Convegno di Studi su ‘L’africa Romana’- tenutosi ad Olbia dall’11 al 14 dicembre 2008. Attraverso testimonianze, risalenti soprattutto all’epoca di Agostino, si dimostra come e quanto fosse importante e richiesta la prestazione d’opera degli stenografi, denominati notarii o exceptoes. Il lavoro dei notarii, in un’epoca di forti tensioni religiose e di crisi, quale si dimostrò quella di fine quarto e inizio del quinto sec., si rivelò particolarmente importante soprattutto per ciò che concerneva la registrazione istantanea ad litteram delle tesi sostenute dai vari oratori in occasione di processi giudiziari. Per fare un esempio dei tanti modi in cui i notarii venivano utilizzati dall’amministrazione pubblica, si è scelto di mostrarli all’opera nel corso della conferenza/disputa tra cattolici e donatisti, tenutasi a Cartagine nel 411; giudice con delega da parte dell’imperatore era Flavio Marcellino, tribunus et notarius, titolare di una carica alla quale veniva riconosciuto il clarissimato e alla quale si accedeva dopo essere stati immessi nella schola notariorum: l’essere notarius o exceptor, costituiva il requisito principale d’accesso a detta schola. Si dimostra così come il mestiere di stenografo, ritenuto umile, abbia contribuito non solo a salvare dall’oblio momenti e documenti importanti ai fini della ricostruzione storica, ma anche ad aprire le porte al conseguimento di cariche sociali di indubbio prestigio, dagli sbocchi futuri imprevedibili.
I notarii in Agostino
FRANCHINA, Duilio
2010-01-01
Abstract
Abstract: Il lavoro trova la sua giustificazione nell’adesione al tema “I luoghi e le forme dei mestieri e della produzione nelle province africane” -proposto dal Comitato Scientifico del Centro di Studi interdisciplinari sulle Province Romane dell’Università degli Studi di Sassari, in occasione del XVIII Convegno di Studi su ‘L’africa Romana’- tenutosi ad Olbia dall’11 al 14 dicembre 2008. Attraverso testimonianze, risalenti soprattutto all’epoca di Agostino, si dimostra come e quanto fosse importante e richiesta la prestazione d’opera degli stenografi, denominati notarii o exceptoes. Il lavoro dei notarii, in un’epoca di forti tensioni religiose e di crisi, quale si dimostrò quella di fine quarto e inizio del quinto sec., si rivelò particolarmente importante soprattutto per ciò che concerneva la registrazione istantanea ad litteram delle tesi sostenute dai vari oratori in occasione di processi giudiziari. Per fare un esempio dei tanti modi in cui i notarii venivano utilizzati dall’amministrazione pubblica, si è scelto di mostrarli all’opera nel corso della conferenza/disputa tra cattolici e donatisti, tenutasi a Cartagine nel 411; giudice con delega da parte dell’imperatore era Flavio Marcellino, tribunus et notarius, titolare di una carica alla quale veniva riconosciuto il clarissimato e alla quale si accedeva dopo essere stati immessi nella schola notariorum: l’essere notarius o exceptor, costituiva il requisito principale d’accesso a detta schola. Si dimostra così come il mestiere di stenografo, ritenuto umile, abbia contribuito non solo a salvare dall’oblio momenti e documenti importanti ai fini della ricostruzione storica, ma anche ad aprire le porte al conseguimento di cariche sociali di indubbio prestigio, dagli sbocchi futuri imprevedibili.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.