Herbae et venena. Le piante fra magia, cultura folklorica e botanica nell’Occidente medievale

Utilizzare piante per scopi medici e magici è stato comune fin dai tempi antichi. La cultura occidentale medievale, ereditando la sua conoscenza circa l'uso di piante da fonti bibliche e classiche, nonché da tradizioni folcloristiche, ha avuto sentimenti contrastanti a proposito di questa eredità: di conseguenza, per lungo tempo, la magia è stata considerata accettabile se non contaminata da aspetti oscuri. Ma la sua natura è scivolosa, e gli stessi mezzi che possono essere usati per curare possono anche provocare danni e morte. La cultura romana era ben consapevole di questo, come le sue leggi dimostrano; una parte di tali leggi è stata inclusa nei codici di diritto medievale, che condannano l'uso di piante per fare pozioni, spesso significativamente chiamati venena: riportiamo alcuni esempi, in particolare concernenti il reato di avvelenamento. Intorno al XV secolo molti dei timori relativi all'uso delle piante in rituali di magia e di avvelenamento avrebbero finito per confluire nella formazione del concetto di stregoneria