Introduzione: La colecistectomia minilaparotomica rappresenta un'ottima alternativa alla laparoscopia in tutti i casi di calcolosi della colecisti, in particolar modo quando si prospetta un elevato rischio cardio-respiratorio e nei casi di obesità. E' comprensibile come il successo della tecnica minilaparotomica rispetto a quella convenzionale sia da ascrivere alla riduzione del dolore, del tempo di inabilità ed agli ottimi risultati estetici, dati del tutto sovrapponibili alla metodica laparoscopica. Gli Autori espongono la procedura minilaparotomica che essi hanno inpiegato negli ultimi tre anni, soffermandosi sulla descrizione della loro esperienza. Metodo: Nel triennio tra il 2003 ed il 2005 gli Autori hanno sottoposto a Colecistectomia per calcolosi della colecisti 100 pazienti: 80(80%)con impiego di tecnica minilaparotomica, 20(20%)con procedura convenzionale.Degli 80 soggetti sottoposti alla prima metodica, in età compresa tra i 35 e i 75 anni, con rapporto M/F di 3/2, 20 (25%) erano affetti da Obesità, 15(19%) da Broncopneumopatia ostruttiva, 6(7,5%) da precedenti eventi ischemici del miocardio. Dopo opportuna preparazione e monitoraggio preoperatori, la tecnica minilaparotomica impiegata si caratterizza per una incisione sottocostale alta, lunga circa 4-5 cm, il più possibile vicina alla linea mediana, tanto da permettere l'accesso al ventre del muscolo retto di destra, che viene dislocato lateralmente, e consentire una incisione orizzontale della fascia posteriore e del peritoneo. Una volta individuata la colecisti, un clamp di Pennington viene posizionato sul fondo della stessa. In 30 casi le sue dimensioni e la consistenza sono state tali da far sì che attraverso una siringa da 10 cc, essa venisse svuotata del suo contenuto biliare. Soluzione fisiologica o lidocaina vengono iniettate nel letto epatico della colecisti ed essa viene asportata dal fondo in senso anterogrado. Dopo isolamento e legatura dei piccoli rami dell'arteria cistica ed accurata emostasi con elettrocauterizzazione, la colecisti emerge progressivamente dall'incisione chirurgica. Individuati il triangolo di Calot e l'inserzione dell'arteria cistica rispetto al dotto cistico, si procede a legatura di dotto e arteria e, conseguentemente, alla loro sezione. L'incisione viene chiusa a strati. Lo strato cutaneo è suturato con tecnica intradermica con monofilamento riassorbibile. Risultati: Tutti gli 80 pazienti trattati con tecnica minilaparotomica non hanno presentato complicanze dopo l'intervento. La durata della degenza postoperatoria è stata in media di circa 2 giorni. Il dolore postoperatorio rispetto alla procedura convenzionale era notevolmente ridotto, grazie al fatto che tale metodica non richiede che il muscolo retto sia sezionato e che i nervi motori e sensitivi siano recisi. I risultati estetici sono stati eccellenti. Conclusioni: Senza alcun dubbio la tecnica minilaparotomica richiede speciali competenze per garantire una bassa morbilità e mortalità. Se effettuata con perizia e attenzione, essa rappresenta la migliore alternativa alla colecistectomia laparotomica, in cui l'incisione misura in media circa 15 cm. In una valutazione comparativa tra la metodica sopra citata e quella laparoscopica, indubbiamente la prima soddisfa maggiormente i parametri di economicità, sicurezza e risultati estetici ottimali, che oggi costituiscono i capi saldi di una buona tecnica chirurgica. Difatti i costi della metodica minilaparotomica sono molto bassi ed il dolore è ugualmente ridotto. Inoltre, una sola piccola incisione, l'assenza di complicanze cardiorespiratorie ascrivibili alla laparoscopia, fanno della minilaparotomica una sicura ed economica alternativa. Bisogna però sempre considerare il più grosso vantaggio della laparoscopia che è la visione diretta del campo operatorio. In conclusione entrambe le metodiche (colecistectomia minilaparotomica e colecistectomia laparoscopica)devono essere impiegate con cautela e competenza e si mostrano comunque ugualmente utili e complementari tra loro.

Colecistectomia minilaparotomica: nostra esperienza

RIZZO, Antonio Giacomo;
2006-01-01

Abstract

Introduzione: La colecistectomia minilaparotomica rappresenta un'ottima alternativa alla laparoscopia in tutti i casi di calcolosi della colecisti, in particolar modo quando si prospetta un elevato rischio cardio-respiratorio e nei casi di obesità. E' comprensibile come il successo della tecnica minilaparotomica rispetto a quella convenzionale sia da ascrivere alla riduzione del dolore, del tempo di inabilità ed agli ottimi risultati estetici, dati del tutto sovrapponibili alla metodica laparoscopica. Gli Autori espongono la procedura minilaparotomica che essi hanno inpiegato negli ultimi tre anni, soffermandosi sulla descrizione della loro esperienza. Metodo: Nel triennio tra il 2003 ed il 2005 gli Autori hanno sottoposto a Colecistectomia per calcolosi della colecisti 100 pazienti: 80(80%)con impiego di tecnica minilaparotomica, 20(20%)con procedura convenzionale.Degli 80 soggetti sottoposti alla prima metodica, in età compresa tra i 35 e i 75 anni, con rapporto M/F di 3/2, 20 (25%) erano affetti da Obesità, 15(19%) da Broncopneumopatia ostruttiva, 6(7,5%) da precedenti eventi ischemici del miocardio. Dopo opportuna preparazione e monitoraggio preoperatori, la tecnica minilaparotomica impiegata si caratterizza per una incisione sottocostale alta, lunga circa 4-5 cm, il più possibile vicina alla linea mediana, tanto da permettere l'accesso al ventre del muscolo retto di destra, che viene dislocato lateralmente, e consentire una incisione orizzontale della fascia posteriore e del peritoneo. Una volta individuata la colecisti, un clamp di Pennington viene posizionato sul fondo della stessa. In 30 casi le sue dimensioni e la consistenza sono state tali da far sì che attraverso una siringa da 10 cc, essa venisse svuotata del suo contenuto biliare. Soluzione fisiologica o lidocaina vengono iniettate nel letto epatico della colecisti ed essa viene asportata dal fondo in senso anterogrado. Dopo isolamento e legatura dei piccoli rami dell'arteria cistica ed accurata emostasi con elettrocauterizzazione, la colecisti emerge progressivamente dall'incisione chirurgica. Individuati il triangolo di Calot e l'inserzione dell'arteria cistica rispetto al dotto cistico, si procede a legatura di dotto e arteria e, conseguentemente, alla loro sezione. L'incisione viene chiusa a strati. Lo strato cutaneo è suturato con tecnica intradermica con monofilamento riassorbibile. Risultati: Tutti gli 80 pazienti trattati con tecnica minilaparotomica non hanno presentato complicanze dopo l'intervento. La durata della degenza postoperatoria è stata in media di circa 2 giorni. Il dolore postoperatorio rispetto alla procedura convenzionale era notevolmente ridotto, grazie al fatto che tale metodica non richiede che il muscolo retto sia sezionato e che i nervi motori e sensitivi siano recisi. I risultati estetici sono stati eccellenti. Conclusioni: Senza alcun dubbio la tecnica minilaparotomica richiede speciali competenze per garantire una bassa morbilità e mortalità. Se effettuata con perizia e attenzione, essa rappresenta la migliore alternativa alla colecistectomia laparotomica, in cui l'incisione misura in media circa 15 cm. In una valutazione comparativa tra la metodica sopra citata e quella laparoscopica, indubbiamente la prima soddisfa maggiormente i parametri di economicità, sicurezza e risultati estetici ottimali, che oggi costituiscono i capi saldi di una buona tecnica chirurgica. Difatti i costi della metodica minilaparotomica sono molto bassi ed il dolore è ugualmente ridotto. Inoltre, una sola piccola incisione, l'assenza di complicanze cardiorespiratorie ascrivibili alla laparoscopia, fanno della minilaparotomica una sicura ed economica alternativa. Bisogna però sempre considerare il più grosso vantaggio della laparoscopia che è la visione diretta del campo operatorio. In conclusione entrambe le metodiche (colecistectomia minilaparotomica e colecistectomia laparoscopica)devono essere impiegate con cautela e competenza e si mostrano comunque ugualmente utili e complementari tra loro.
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