Il diverticolo di Meckel, evidenziato in letteratura nel 1809, è legato alla persistenza, totale o parziale, del dotto onfalo-mesenterico. In chirurgia rappresenta non solo una curiosità anatomica, quale reperto occasionale ed asintomatico, ma talvolta una vera realtà clinica, causa di patologia acuta di non semplice diagnosi preoperatoria. Il lavoro, dopo un’ attenta metanalisi dei dati della letteratura, intende fornire le linee guida sull’impiego della tecnica mininvasiva per il trattamento della complicanza acuta. MATERIALI E METODI Sul trattamento del diverticolo di Meckel abbiamo analizzato dalla letteratura internazionale 22 casistiche tra il 1995 ed il 2010 ed il case report da noi osservato nel 2009, trattato con resezione laparoscopica del diverticolo in urgenza, poiché complicato da un severo quadro emorragico secondario ad eterotipia. Nelle casistiche revisionate abbiamo rilevato: 321 pz con diverticolo di Meckel, reperto occasionale in 257 pz. (80,06 %) ed in urgenza chirurgica in 64 pz. (19,93 %). Con la chirurgia tradizionale sono stati trattati 276 pz. (85,98%), tra questi 45 pz. (14,01%) in urgenza e 229 pz. (71,33%) sono stati sottoposti a diverticulectomia profilattica; soltanto 2 pz. (0,62%) sono stati sottoposti ad interventi vari (resezioni ileali, linfoadenectomie) poiché affetti da neoplasie. I pazienti trattati con la chirurgia laparoscopica sono stati 45 (14,01%), tra questi 31 pz. (9,65%) in urgenza e 14 pz. (4,36%) sono stati sottoposti a diverticulectomia profilattica. La degenza media dei pazienti trattati con tecnica open è stata di 12 gg., mentre in quelli trattati con videolaparoscopia si è ridotta a 4-6 gg. La morbilità è stata del 12% (8% infezioni della ferita; 4% deiscenze) per chirurgia tradizionale e solo del 2% per i trattamenti laparochirurgici. La mortalità è stata dell’1,3%. La diagnosi preoperatoria è stata posta solo nel 22,42 % dei casi e precisamente in 45 pz mediante la scintigrafia con 99m Tc-Pertecnetato ed in 27 con la laparoscopia. Dalla letteratura si evince che nelle urgenze tutti gli interventi chirurgici sono stati effettuati tra la 2 ora e la 18 ora. DISCUSSIONE Numerosi sono gli studi in letteratura relativi al confronto tra exeresi o meno in caso di diverticolo silente ed ancor più vasta è la casitica tra trattamento open e laparoscopico. Dalla metanalisi della letteratura emerge come gli A.A. consigliano il trattamento profilattico al di sotto della quinta decade di vita nel caso in cui le dimensioni siano superiori o uguali a 2 cm di lunghezza o in presenza documentata di aree di eterotopia. Se da un lato permangono ancora dubbi sul trattamento del diverticolo silente, il trattamento chirurgico in urgenza evidenzia la contrapposizione tra laparoscopia e laparotomia. I vantaggi della tecnica laparoscopica sono indubbi; già dal lavoro di revisione della letteratura effettuata da Rivas e coll. nel 2003 emerge come l’approcccio laparoscopico alla patologia acuta del diverticolo di Meckel sia procedura sicura da utilizzare sia come approccio diagnostico che terapeutico. Shalaby nel 2005 e Prasad nel 2007, su casistiche più ampie, hanno dimostrato sia un vantaggio diagnostico che terapeutico dell’approccio video laparoscopico. CONCLUSIONI Il diverticolo di Meckel è certamente una entità di rilevante interesse clinico in presenza di complicanze. La chirurgia laparotomica ha dimostrato e continua a dimostrare garanzie di efficacia con le varie procedure tecniche utilizzabili nelle urgenze chirurgiche. Negli ultimi decenni la laparoscopia ha evidenziato una primaria valenza diagnostica con una sensibilità diagnostica di oltre il 95%. Inoltre conclusa la fase diagnostica, consente di procedere con il tempo terapeutico. In conclusione la metanalisi effettuata sulla letteratura internazionale su un ampio periodo, tre lustri, consente di inserire a pieno titolo la chirurgia videolaparoscopica nelle linee guida diagnostiche e terapeutiche nelle complicanze del diverticolo di Meckel.

Diverticolo di Meckel: approccio mininvasivo vs chirurgia tradizionale

INCARDONA, SALVATORE;PRUITI CIARELLO, VINCENZO;DI DIO, VIVIANE;KONSTANTINIDOU, ANNA;RIZZO, Antonio Giacomo;PANTE', Sebastiano;FAMULARI, Ciro
2011-01-01

Abstract

Il diverticolo di Meckel, evidenziato in letteratura nel 1809, è legato alla persistenza, totale o parziale, del dotto onfalo-mesenterico. In chirurgia rappresenta non solo una curiosità anatomica, quale reperto occasionale ed asintomatico, ma talvolta una vera realtà clinica, causa di patologia acuta di non semplice diagnosi preoperatoria. Il lavoro, dopo un’ attenta metanalisi dei dati della letteratura, intende fornire le linee guida sull’impiego della tecnica mininvasiva per il trattamento della complicanza acuta. MATERIALI E METODI Sul trattamento del diverticolo di Meckel abbiamo analizzato dalla letteratura internazionale 22 casistiche tra il 1995 ed il 2010 ed il case report da noi osservato nel 2009, trattato con resezione laparoscopica del diverticolo in urgenza, poiché complicato da un severo quadro emorragico secondario ad eterotipia. Nelle casistiche revisionate abbiamo rilevato: 321 pz con diverticolo di Meckel, reperto occasionale in 257 pz. (80,06 %) ed in urgenza chirurgica in 64 pz. (19,93 %). Con la chirurgia tradizionale sono stati trattati 276 pz. (85,98%), tra questi 45 pz. (14,01%) in urgenza e 229 pz. (71,33%) sono stati sottoposti a diverticulectomia profilattica; soltanto 2 pz. (0,62%) sono stati sottoposti ad interventi vari (resezioni ileali, linfoadenectomie) poiché affetti da neoplasie. I pazienti trattati con la chirurgia laparoscopica sono stati 45 (14,01%), tra questi 31 pz. (9,65%) in urgenza e 14 pz. (4,36%) sono stati sottoposti a diverticulectomia profilattica. La degenza media dei pazienti trattati con tecnica open è stata di 12 gg., mentre in quelli trattati con videolaparoscopia si è ridotta a 4-6 gg. La morbilità è stata del 12% (8% infezioni della ferita; 4% deiscenze) per chirurgia tradizionale e solo del 2% per i trattamenti laparochirurgici. La mortalità è stata dell’1,3%. La diagnosi preoperatoria è stata posta solo nel 22,42 % dei casi e precisamente in 45 pz mediante la scintigrafia con 99m Tc-Pertecnetato ed in 27 con la laparoscopia. Dalla letteratura si evince che nelle urgenze tutti gli interventi chirurgici sono stati effettuati tra la 2 ora e la 18 ora. DISCUSSIONE Numerosi sono gli studi in letteratura relativi al confronto tra exeresi o meno in caso di diverticolo silente ed ancor più vasta è la casitica tra trattamento open e laparoscopico. Dalla metanalisi della letteratura emerge come gli A.A. consigliano il trattamento profilattico al di sotto della quinta decade di vita nel caso in cui le dimensioni siano superiori o uguali a 2 cm di lunghezza o in presenza documentata di aree di eterotopia. Se da un lato permangono ancora dubbi sul trattamento del diverticolo silente, il trattamento chirurgico in urgenza evidenzia la contrapposizione tra laparoscopia e laparotomia. I vantaggi della tecnica laparoscopica sono indubbi; già dal lavoro di revisione della letteratura effettuata da Rivas e coll. nel 2003 emerge come l’approcccio laparoscopico alla patologia acuta del diverticolo di Meckel sia procedura sicura da utilizzare sia come approccio diagnostico che terapeutico. Shalaby nel 2005 e Prasad nel 2007, su casistiche più ampie, hanno dimostrato sia un vantaggio diagnostico che terapeutico dell’approccio video laparoscopico. CONCLUSIONI Il diverticolo di Meckel è certamente una entità di rilevante interesse clinico in presenza di complicanze. La chirurgia laparotomica ha dimostrato e continua a dimostrare garanzie di efficacia con le varie procedure tecniche utilizzabili nelle urgenze chirurgiche. Negli ultimi decenni la laparoscopia ha evidenziato una primaria valenza diagnostica con una sensibilità diagnostica di oltre il 95%. Inoltre conclusa la fase diagnostica, consente di procedere con il tempo terapeutico. In conclusione la metanalisi effettuata sulla letteratura internazionale su un ampio periodo, tre lustri, consente di inserire a pieno titolo la chirurgia videolaparoscopica nelle linee guida diagnostiche e terapeutiche nelle complicanze del diverticolo di Meckel.
2011
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