L’area mediterranea è una zona geomorfologicamente peculiare in cui la Sicilia, grazie alla sua posizione, riveste un ruolo centrale nella salvaguardia della biodiversità e nella sua promozione stimolando diverse strategie di adattamento degli organismi per rispondere alle variazioni climatiche stagionali1. In questo contesto, numerosi taxa della famiglia delle Labiatae hanno trovato il loro habitat, entrando a far parte di quel pool di piante “utili” in campo culinario, medicinale, aromatico tradizionalmente usate sin dai tempi più antichi2. La coltivazione delle piante aromatiche ed officinali e dell’origano in particolare è stata da sempre destinata alle zone meno ricche del territorio siciliano, con areali spesso non dedicati a colture specializzate e molto ridotti in superficie contribuendo al già diffuso fenomeno della ‘polverizzazione’ della produzione agricola. Se giustamente valorizzato, attraverso un percorso che privilegi gli aspetti di tipicità e di alta qualità associati a processi di trasformazione, l’origano potrebbe rappresentare un punto di eccellenza della produzione agricola siciliana. Lo scopo di questo studio è stato quello di ottenere una panoramica dell’origano spontaneo siciliano, sulla base di un ampio campionamento che ha previsto la raccolta di 57 campioni provenienti da tutte le parti dell’isola. Il materiale vegetale è stato classificato tassonomicamente e sulla base delle informazioni morfologiche e di produzione è stata effettuata una analisi cluster per individuare gruppi omogenei e selezionare i migliori biotipi. Da 51 campioni sono stati ottenuti per idrodistillazione i rispettivi oli essenziali, analizzati per gas cromatografia accoppiando le metodiche GC-FID e GC-MS. L’analisi ha permesso l’identificazione di 81 componenti tra quelli che costituiscono l’intero bouquet aromatico, tra i quali si distinguono in ordine di abbondanza relativa il timolo, il carvacrolo, il p-cimene ed il γ-terpinene. L’analisi statistica della composizione chimica degli oli ha permesso il loro raggruppamento in sei differenti gruppi chimici. L’attività antiossidante degli oli è stata condotta attraverso il saggio colorimetrico Folin-Ciocalteau (F-C) ed il saggio per ossidazione UV-indotta su membrane liposomiali (UV-IP test). Attraverso la comparazione dei dati di attività biologica e quelli di composizione chimica dei sei gruppi individuati, è stato possibile ipotizzare la relazione che intercorre tra la composizione chimica dell’olio essenziale e la sua attività biologica

CARATTERIZZAZIONE BIOMOLECOLARE DI ORIGANO SICILIANO SELVATICO COMPOSIZIONE CHIMICA ED ATTIVITA’ ANTIOSSIDANTE DEGLI OLI ESSENZIALI

TROMBETTA, Domenico;
2012-01-01

Abstract

L’area mediterranea è una zona geomorfologicamente peculiare in cui la Sicilia, grazie alla sua posizione, riveste un ruolo centrale nella salvaguardia della biodiversità e nella sua promozione stimolando diverse strategie di adattamento degli organismi per rispondere alle variazioni climatiche stagionali1. In questo contesto, numerosi taxa della famiglia delle Labiatae hanno trovato il loro habitat, entrando a far parte di quel pool di piante “utili” in campo culinario, medicinale, aromatico tradizionalmente usate sin dai tempi più antichi2. La coltivazione delle piante aromatiche ed officinali e dell’origano in particolare è stata da sempre destinata alle zone meno ricche del territorio siciliano, con areali spesso non dedicati a colture specializzate e molto ridotti in superficie contribuendo al già diffuso fenomeno della ‘polverizzazione’ della produzione agricola. Se giustamente valorizzato, attraverso un percorso che privilegi gli aspetti di tipicità e di alta qualità associati a processi di trasformazione, l’origano potrebbe rappresentare un punto di eccellenza della produzione agricola siciliana. Lo scopo di questo studio è stato quello di ottenere una panoramica dell’origano spontaneo siciliano, sulla base di un ampio campionamento che ha previsto la raccolta di 57 campioni provenienti da tutte le parti dell’isola. Il materiale vegetale è stato classificato tassonomicamente e sulla base delle informazioni morfologiche e di produzione è stata effettuata una analisi cluster per individuare gruppi omogenei e selezionare i migliori biotipi. Da 51 campioni sono stati ottenuti per idrodistillazione i rispettivi oli essenziali, analizzati per gas cromatografia accoppiando le metodiche GC-FID e GC-MS. L’analisi ha permesso l’identificazione di 81 componenti tra quelli che costituiscono l’intero bouquet aromatico, tra i quali si distinguono in ordine di abbondanza relativa il timolo, il carvacrolo, il p-cimene ed il γ-terpinene. L’analisi statistica della composizione chimica degli oli ha permesso il loro raggruppamento in sei differenti gruppi chimici. L’attività antiossidante degli oli è stata condotta attraverso il saggio colorimetrico Folin-Ciocalteau (F-C) ed il saggio per ossidazione UV-indotta su membrane liposomiali (UV-IP test). Attraverso la comparazione dei dati di attività biologica e quelli di composizione chimica dei sei gruppi individuati, è stato possibile ipotizzare la relazione che intercorre tra la composizione chimica dell’olio essenziale e la sua attività biologica
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