Il volume affronta il tema della modernizzazione e dello sviluppo assumendo come punto d’osservazione e d’analisi quello di un contesto urbano come Messina nel periodo compreso tra il 1908 e i giorni nostri. L’autore evidenzia come il processo di modernizzazione della società messinese e la sua transizione dal “vecchio” al “nuovo”, nel corso di anni considerato, si sia svolto entro un quadro in cui né lo sviluppo economico ha avvantaggiato quello industriale, né la nascita degli strumenti moderni di rappresentanza politica e l’ampliarsi del processo di democratizzazione hanno modificato in maniera sensibile e sufficientemente estesa il rapporto tra il ceto politico e la comunità locale colmando le diseguaglianze sociali. Ma al di là del dato di tipo economico, ciò che il volume vuole sottolineare è come, nel corso degli anni, le politiche di tipo clientelare abbiano preso il sopravvento, spingendo gli amministratori locali a utilizzare le provvidenze statali in una logica più simile a quella dell’emergenza che non a quella dello sviluppo. Le esigenze del consenso hanno ceduto in pratica di fronte alle ragioni dello sviluppo economico e del progresso civile, rendendo più debole nel Mezzogiorno il processo di radicamento dei partiti di massa e di nazionalizzazione della politica. La “modernizzazione senza sviluppo” di cui parla l’autore è imputabile dunque oltre che alla congiuntura economica più generale e a uno squilibrio nella distribuzione dei diversi fattori della produzione (con un’evidente sostituzione del capitale privato con quello pubblico), al “corto circuito” che si determina nella sfera dei rapporti di tipo istituzionale (e politico) tra il “centro” e la “periferia” dello Stato nazionale.
La modernizzazione senza sviluppo. Messina a cento anni dal terremoto (1908-2008)
CHIARA, Luigi
2011-01-01
Abstract
Il volume affronta il tema della modernizzazione e dello sviluppo assumendo come punto d’osservazione e d’analisi quello di un contesto urbano come Messina nel periodo compreso tra il 1908 e i giorni nostri. L’autore evidenzia come il processo di modernizzazione della società messinese e la sua transizione dal “vecchio” al “nuovo”, nel corso di anni considerato, si sia svolto entro un quadro in cui né lo sviluppo economico ha avvantaggiato quello industriale, né la nascita degli strumenti moderni di rappresentanza politica e l’ampliarsi del processo di democratizzazione hanno modificato in maniera sensibile e sufficientemente estesa il rapporto tra il ceto politico e la comunità locale colmando le diseguaglianze sociali. Ma al di là del dato di tipo economico, ciò che il volume vuole sottolineare è come, nel corso degli anni, le politiche di tipo clientelare abbiano preso il sopravvento, spingendo gli amministratori locali a utilizzare le provvidenze statali in una logica più simile a quella dell’emergenza che non a quella dello sviluppo. Le esigenze del consenso hanno ceduto in pratica di fronte alle ragioni dello sviluppo economico e del progresso civile, rendendo più debole nel Mezzogiorno il processo di radicamento dei partiti di massa e di nazionalizzazione della politica. La “modernizzazione senza sviluppo” di cui parla l’autore è imputabile dunque oltre che alla congiuntura economica più generale e a uno squilibrio nella distribuzione dei diversi fattori della produzione (con un’evidente sostituzione del capitale privato con quello pubblico), al “corto circuito” che si determina nella sfera dei rapporti di tipo istituzionale (e politico) tra il “centro” e la “periferia” dello Stato nazionale.Pubblicazioni consigliate
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