Recensione a: G. Motta, Un rapporto difficile. Romania e Stati Uniti nel periodo interbellico, Milano 2006

Il lavoro di G. Motta si aggiunge a quelli di alcuni altri validi specialisti italiani dell’area, i quali hanno contribuito negli ultimi anni a fare uscire gli studi sulla Romania contemporanea da quello stato di superficialità d’indagine, spesso infarcita di incrostazioni ideologiche, a cui erano stati relegati per molto tempo. Questo volume ha, in particolare, il merito di far luce su un aspetto finora poco studiato, almeno in Italia: quello delle relazioni tra USA e Romania nel ventennio, quanto mai difficile e movimentato per le sorti di questo Stato danubiano, che va dal 1918 al 1939. Dotato di un solido impianto documentario e archivistico, il lavoro si sviluppa intorno ad alcuni principali nuclei d’indagine, tutti tra loro correlati. Sullo sfondo dei principali eventi interni e internazionali del periodo interbellico, infatti, l’autore indaga in particolare sui rapporti economici romeno-statunitensi, non tralasciando però di vedere anche il più generale intreccio di relazioni internazionali della povera e arretrata Romania con le altre potenze europee e mondiali del tempo. Ne vien fuori l’immagine articolata e contraddittoria di un Paese che, soprattutto dopo la crisi di Wall Street, è lacerato tra il desiderio di emanciparsi dallo stretto controllo britannico e americano delle fonti energetiche presenti nel suo sottosuolo e l’incapacità di sottrarsi a un sempre più insistente e pericoloso coinvolgimento nella sfera degli interessi economico-militari della Germania nazista. Il “pactul petrolului”, siglato con la Germania nel maggio 1940, farà definitivamente svanire ogni sogno di autonomia economica (e politica) del Paese, che sarà così risucchiato nel vortice della guerra scatenata dalle potenze dell’Asse.