Nel 1420 il francese Antoine de La Sale visitava i Monti Sibillini, lasciando per iscritto - nel Paradiso della regina Sibilla - memoria di questa sua esperienza. La catena montuosa, estesa a cavallo fra le attuali regioni delle Marche e dell'Umbria, ospitava due luoghi al tempo celebri: il Lago di Pilato e la grotta della Sibilla. Non era il primo a parlarne, dal momento che sin dal secolo precedente altri avevano lasciato testimonianza scritta del loro passaggio e della fama magica di questi luoghi. Tuttavia, è successivamente al viaggio del La Sale che essi avrebbero guadagnato una progressiva, talvolta sinistra fama: non del tutto esauritasi, possiamo dire, perché questa tradizione scritta ha - non senza interruzioni - alimentato l'interesse della critica storico-filologica ed etnoantropologica a partire dalla fine dell'Ottocento sino ai nostri giorni.
“…Sacro alle nursine grotte”. Storie di fate, cavalieri, ‘negromanti’ nei Monti Sibillini
MONTESANO, Marina
2003-01-01
Abstract
Nel 1420 il francese Antoine de La Sale visitava i Monti Sibillini, lasciando per iscritto - nel Paradiso della regina Sibilla - memoria di questa sua esperienza. La catena montuosa, estesa a cavallo fra le attuali regioni delle Marche e dell'Umbria, ospitava due luoghi al tempo celebri: il Lago di Pilato e la grotta della Sibilla. Non era il primo a parlarne, dal momento che sin dal secolo precedente altri avevano lasciato testimonianza scritta del loro passaggio e della fama magica di questi luoghi. Tuttavia, è successivamente al viaggio del La Sale che essi avrebbero guadagnato una progressiva, talvolta sinistra fama: non del tutto esauritasi, possiamo dire, perché questa tradizione scritta ha - non senza interruzioni - alimentato l'interesse della critica storico-filologica ed etnoantropologica a partire dalla fine dell'Ottocento sino ai nostri giorni.Pubblicazioni consigliate
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